Negli ultimi anni, è diventato evidente che le piattaforme di social media non rappresentano più gli ambienti ideali per la diffusione delle notizie come lo erano una volta. Un cambiamento influenzato da vari fattori, tra cui continui aggiornamenti agli algoritmi e controversie legali e non con i gruppi editoriali.
I cambiamenti dell’algoritmo di Meta
Le piattaforme di Meta, come Facebook e Instagram, ad esempio, hanno apportato modifiche significative ai loro algoritmi, influenzando la visibilità delle notizie e spingendo le testate giornalistiche a cercare nuovi modi per raggiungere il pubblico, attraverso abbonamenti o newsletter. In alcuni paesi, come il Canada, su Facebook non compaiono più le news.
L’ostilità di Elon Musk per le news
Un’altra piattaforma estremamente ostile nei confronti dei media è X (ex Twitter), dove questo atteggiamento ha registrato un allontanamento più marcato che in altri social. X era una culla di giornalisti e opinionisti che per anni si sono riversati sulla piattaforma per condividere i propri lavori. Con le critiche a seguito dell’acquisizione di Elon Musk nel 2022, sembrava che la piattaforma non fosse più un posto così accogliente per loro. Tuttavia, in mancanza di alternative, X continua ad essere il vecchio Twitter.
TikTok ignora il settore informazione
Una recente ricerca, pubblicata da RQ1!, ha dimostrato che anche TikTok non favorisce la diffusione delle notizie. Data la popolarità del social tra gli under 30, si potrebbe pensare che le testate giornalistiche abbiano massimizzato i loro sforzi per attrarre un pubblico più giovane e coinvolto. In realtà, la piattaforma di proprietà cinese si è dimostrata piuttosto indifferente verso tutto ciò che riguarda il settore news. Il suo algoritmo infatti non incentiva l’inserimento di collegamenti esterni, questo perché spingerebbe gli utenti a uscire dall’app per visualizzarne il contenuto.
YouTube: un caso emblematico di marginalizzazione
YouTube è un caso emblematico in questa tendenza alla marginalizzazione delle news. Secondo il Digital News Report, YouTube rappresenta una delle piattaforme più utilizzate per il consumo di notizie a livello globale; tuttavia, la piattaforma video non incentiva gli utenti a visualizzare questi contenuti.
In un nuovo studio pubblicato su Political Communication, Shengchun Huang e Tian Yang spiegano due modi in cui l’algoritmo di YouTube allontana gli utenti dalle news: il “filter bubble” ed il redirect.
Attraverso il “filter bubble” l’utente viene posto in una condizione di isolamento intellettuale creata dagli algoritmi, che propongono sempre e solo informazioni personalizzate e in linea con le nostre preferenze. Ad esempio, se l’utente preferisce video di intrattenimento, gli verranno consigliati solo ulteriori contenuti di questa categoria.
L’altra modalità è il redirect o reindirizzamento dell’algoritmo, in cui quest’ultimo consiglia qualcosa di diverso da quello che si sta guardando, ad esempio un video di intrattenimento dopo aver finito di guardare un video di notizie. Su YouTube, entrambi i percorsi tendono ad allontanare le persone dalle notizie.
Tornando allo studio di Huang e Yang, questi hanno scoperto che l’effetto “filter bubble” è più forte per i video di intrattenimento che per le news e che gli utenti di YouTube vengono continuamente reindirizzati verso video di intrattenimento piuttosto che mantenerli su quelli di informazione.
In parole semplici, se navighi su YouTube e guardi un video di intrattenimento, è molto probabile che ti venga consigliato lo stesso genere di video rispetto a quando guardi un video di notizie.
E’ vero anche che la volontà umana nella ricerca dei contenuti può essere più forte dell’algoritmo, se così fosse questi studi ci fanno capire che le persone sono sempre meno interessate ad informarsi sui social.