(nella foto Nicola Maccanico, Amministratore Delegato di Cinecittà)
Utile a 1,3 milioni di euro (954mila nel 2022), in crescita per il secondo anno consecutivo, Ebitda in aumento a 3 milioni di euro e ricavi industriali per oltre 46 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Nel triennio 2021-23, la Società guidata dall’amministratore delegato Nicola Maccanico ha raggiunto un totale fatturato da attività industriali di 100 milioni di euro.
Ma quello che colpisce di più, e che fa sembrare gli studios romani come la Hollywood dei tempi d’oro, è la piena occupazione degli spazi di produzione, stabile oltre il 70%, e l’incremento del fatturato dei servizi di Art Department, in crescita del 16% rispetto al 2022.
Cinecittà, controllata dal ministero dell’Economia e vigilata dal ministero della Cultura, conferma così una crescita strutturale e un ruolo di leader del mercato nazionale e internazionale, ottenuti grazie al rilancio industriale, alla valorizzazione degli asset esistenti, alla ridefinizione del modello di business e a un riposizionamento commerciale che ha fortemente rafforzato il brand.
La razionalizzazione e l’efficientamento dei processi produttivi hanno determinato la piena occupazione degli spazi di produzione, stabile oltre il 70% e la gestione di Nicola Maccanico, il cui attuale mandato scade con l’approvazione del bilancio 2023, sta anche rispettando puntualmente il progetto PNRR: entro giugno 2023 sono state assegnate le 9 gare europee collegate ai 5 nuovi teatri e ai 4 da ristrutturare, nei tempi predisposti dalla Commissione Europea; e il primo teatro – Teatro 7 – è stato completato e sta per ospitare le prime produzioni.
Anche se l’inizio del 2024 ha scontato lo sciopero di 4 mesi a Hollywood, Cinecittà conta di festeggiare la primavera con un’occupazione di oltre il 70% degli studi. E grazie al PNRR un futuro a pieno regime potrebbe significare il passaggio da 19 a 25 studi, un aumento della capacità produttiva del 60% e uno spazio dedicato ai teatri in aumento da 18mila metri quadri di superficie a 30mila. Insomma, per Nicola Maccanico buona la prima.