Il mercato editoriale britannico si trova di fronte a una nuova contesa per la proprietà del Telegraph e la rivista The Spectator. Il fondo RedBird IMI, con il sostegno finanziario di Abu Dhabi, ha dovuto ammettere la sconfitta e ritirare la sua offerta per l’acquisto delle due storiche testate. La decisione è arrivata dopo che il governo del Regno Unito ha posto un veto all’acquisizione, promettendo di introdurre una legge per impedire il controllo di stati stranieri sui gruppi editoriali britannici. In particolare, il disegno di legge vuole limitare la proprietà straniera nei media britannici al 5%, con il rischio di ristrutturare radicalmente il panorama dei media nel Regno Unito.
RedBird IMI aveva acquisito dal Lloyds Banking Group 600 milioni di sterline di debito della famiglia Barclay, con l’intenzione di convertire tale debito in partecipazione azionaria. Dopo il rifiuto del governo, il fondo americano ha annunciato l’intenzione di recuperare il suo investimento attraverso l’organizzazione di un’asta per vendere il giornale e la rivista.
In una dichiarazione, RedBird IMI ha espresso la sua visione per il Telegraph, che includeva “le più forti protezioni editoriali mai proposte per un giornale britannico” e significativi investimenti futuri.
La segretaria alla Cultura, Lucy Frazer, ha sottolineato l’importanza della libertà di espressione e la necessità di un’informazione accurata, motivando così la sua decisione di intervenire. Frazer ha inoltre comunicato ai parlamentari che manterrà i suoi poteri di supervisione durante la vendita, assicurando che le due testate non subiscano alcun intervento significativo mentre sono oggetto di asta.
Fonti vicine al dossier hanno rivelato che c’è già un ampio interesse globale per l’acquisizione sia del Telegraph che dello Spectator, che potranno essere venduti insieme o separatamente a seconda delle offerte ricevute. Tra i potenziali acquirenti si annoverano figure di spicco, come il finanziere Paul Marshall, DMGT, l’editore belga Mediahuis e il gruppo di giornali regionali National World. È noto che The Spectator attiri un interesse ancora più ampio, con News UK di Rupert Murdoch tra i possibili compratori.
In attesa di ulteriori sviluppi, il Telegraph e lo Spectator rimangono in un limbo che potrebbe avere un costo reale in un mercato editoriale in rapida evoluzione, come ha sottolineato Fraser Nelson, redattore di The Spectator, riferendosi ai potenziali 22 offerenti già identificati in precedenti aste.
OPINIONE
L’interesse del mondo della finanza verso due testate storiche come il Telegraph e lo Spectator mette ulteriormente in evidenza la capacità dei media tradizionali di influenzare l’opinione pubblica.
I luoghi del potere, soprattutto in Europa, sono poco aperti all’innovazione, al ricambio e al pensiero contemporaneo: questo continua ad attribuire ai grandi quotidiani un potere di influenza maggiore di quella che è la loro reale capacità di orientare il consenso.
Avere un quotidiano oggi quindi resta uno strumento di influenza e visibilità più rilevante di quanto i cambiamenti del mondo intorno farebbero pensare.