Un modo di fare equilibrato. Il meccanismo di vendita dei biglietti online dei concerti. Un paio di concetti legati al mondo fantasy. Gli ancora tanti impresentabili contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Le altre cinque parole arrivate in finale per diventare la parola dell’anno secondo l’Oxford English Dictionary riguardavano uno di questi argomenti. Alla fine, però, dopo essere stata votata da 37mila persone, gli esperti hanno fatto le loro valutazioni e scelto la vincitrice, brain rot.
L’espressione, traducibile con “putrefazione del cervello”, indica l’effetto – non dimostrato a livello clinico, come sottolineato da Il Post – di deterioramento intellettuale che una persona subirebbe a causa di un abuso di contenuti online superficiali.
L’immagine più efficace è forse quella di qualcuno con la testa chinata su uno schermo a scorrere col dito centinaia di video su Instagram o TikTok.
Alla BBC, lo psicologo e professore di Oxford, Andrew Przybylski, ha definito brain rot come “un sintomo dei tempi che viviamo”, caratterizzati da insoddisfazione e ansia nei confronti dei social media.
Un neologismo dell’800 e i suoi rivali
Oxford University Press ha detto che il termine brain rot è stato scritto per la prima volta dal filosofo statunitense Henry David Thoreau nel suo libro Walden. Nell’ultimo anno il suo impiego è aumentato del 230% ed è stato utilizzato dalle generazioni Z e Alpha, “quei gruppi in gran parte responsabili dell’uso e della creazione dei contenuti digitali ai quali il termine si riferisce”, ha dichiarato Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages.
Anche le restanti cinque parole arrivate in finale sono state usate in modo particolare nell’ultimo anno per definire personalità o contesti specifici.
Demure si riferisce a un comportamento misurato e riservato. Dynamic pricing è quel sistema elastico di prezzi tipico della vendita dei biglietti online dei grandi concerti, in cui il costo si adatta alla domanda. Lore e romantasy fanno entrambi parte del mondo fantasy. Il primo indica le informazioni relative a soggetti e situazioni nel fantasy. Il secondo è un genere narrativo che mescola il fantasy, appunto, con quello romantico.
C’è poi la parola slop, che identifica i contenuti scadenti creati dall’IA. Molti di questi ormai finiscono negli algoritmi delle piattaforme che scorrono sotto gli occhi di tutti ogni giorno. Ed è ancora brain rot.