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Si stanno piegando quasi tutti a Donald Trump, con poche notevoli eccezioni. Il presidente ha preso di mira le iniziative di diversità, equità e inclusione – DEI -, intimando i privati a seguire il suo esempio. Molti lo hanno fatto, altri no. Le ultime novità riguardano BlackRock e Apple, ma su due versanti opposti: la prima ha fatto passi indietro sulle politiche inclusive, la seconda sta cercando di resistere alle pressioni dei conservatori.
Una volta tornato alla Casa Bianca, il presidente (ri)eletto ha varato due ordini esecutivi su questo tema.
Uno ha vietato i programmi DEI nelle agenzie federali e incoraggiato il settore privato, l’altro riconosce l’esistenza di solo due sessi, maschile e femminile.
La spinta del governo ha accelerato una tendenza delle aziende, già diffusa in particolar modo sotto il lato delle politiche Esg – ossia di buone pratiche negli ambiti della governance, sociale e ambientale -, di limitare o abbandonare le proprie politiche inclusive.
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La sede di BlackRock a Manhattan. Foto: FMT.
BlackRock da un lato
Martedì 25 febbraio è stato il turno di BlackRock, che ha ceduto alle pressioni di Washington e degli investitori conservatori.
Nel suo ultimo rapporto annuale, l’asset manager ha eliminato i riferimenti alla sua strategia in ambito DEI, tracciando un cambiamento di posizione netto rispetto al passato.
Come ricorda il Wall Street Journal, nel 2021 l’amministratore delegato Larry Fink aveva scritto una lettera agli azionisti in cui affermava di avere “una strategia a lungo termine finalizzata a migliorare diversità, equità e inclusione in BlackRock”.
Una strategia che aveva l’obiettivo di “generare un vero cambiamento” e, per farlo, spiegava, “dobbiamo integrare la DEI in tutto quello che facciamo”.
Tre anni dopo, di quel piano per le politiche inclusive basato su tre pilastri non c’è più traccia.
È scomparsa, sottolinea il Wall Street Journal, la modalità di suddivisione dei dipendenti negli Stati Uniti basata su una dichiarazione volontaria di genere ed etnia.
Al loro posto è stato inserito un paragrafo in cui il termine DEI viene accuratamente evitato.
“L’approccio di BlackRock alla costruzione di una cultura coesa e inclusiva è in linea con le sue priorità aziendali e gli obiettivi di lungo termine”.
La società, si legge, “si impegna a creare un ambiente che valorizzi le eccellenze e incoraggi una pluralità di prospettive ed eviti il pensiero di gruppo”.
Sul fronte delle iniziative Esg, aveva già abbandonato la Net Zero Asset Managers Initiative, un’iniziativa internazionale che riunisce oltre 300 grandi società di investimento impegnate nella transizione verso l’azzeramento delle emissioni.
Nel 2021, BlackRock aveva vincolato una sua linea credito da 4,4 miliardi di dollari al raggiungimento di obiettivi in ambito Esg, tra cui l’aumento della presenza femminile nei ruoli manageriali e l’assunzione di dipendenti appartenenti a minoranze etniche.
Ora, l’azienda ha annunciato di aver modificato l’accordo di finanziamento, rimuovendo questi parametri.
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La sede di Apple a Cupertino, in California. Foto: Flickr.
Apple dall’altro
Esattamente dall’altra parte della barricata sulle politiche inclusive rispetto a BlackRock c’è Apple.
L’azienda guidata da Tim Cook sta – per ora – resistendo alle pressioni delle associazioni lobbistiche vicine a Trump.
Una di queste, il National Center for Public Policy Research, martedì 25 febbraio ha sottoposto gli azionisti della compagnia a una proposta per abbandonare le iniziative di DEI di Apple.
La mozione è stata respinta.
L’esito della votazione indica che la volontà del consiglio di amministrazione della società di mantenere intatte le proprie politiche inclusive coincide con quella della maggioranza degli azionisti.
L’approccio di Tim Cook al ritorno di Trump è molto interessante poiché, a differenza della maggior parte degli amministratori delegati delle altre big tech, il Ceo di Apple sta provando – e, per il momento, riuscendo – a mantenere un rapporto cordiale con l’amministrazione, senza però assecondare le sue richieste in ambito DEI.
Cook, evidenziano il Guardian e il Financial Times, ha avuto un rapporto disteso con Trump fin dal suo primo mandato e ha partecipato alla sua cerimonia di inaugurazione lo scorso gennaio.
La scorsa settimana, durante un incontro con Trump stesso, l’Ad di Apple ha annunciato un investimento da 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti, che dovrebbe creare 20mila nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni.
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Foto: Wikimedia Commons.
Nulla di certo
Nella sua strategia di bastone e carota, Cook ha comunque ammesso che Apple potrebbe apportare alcune modifiche ai suoi programmi di DEI, se il quadro normativo dovesse cambiare ancora.
Intanto, il numero uno della società di Cupertino deve anche difendersi dagli attacchi degli esponenti della destra trumpiana – in primo luogo di Elon Musk – per gli accordi che ha in essere con OpenAI di Sam Altman, che con Musk non è in buoni rapporti.
La situazione resta comunque in evoluzione.
A oggi, oltre ad Apple, poche altre aziende nel campo della tecnologia – come Cisco, Microsoft e Pinterest – hanno ribadito l’importanza delle proprie politiche inclusive.
Tante altre, dalle big tech al settore dell’intrattenimento e alle grandi banche di Wall Street, hanno ceduto al volere della Casa Bianca.