Attentato a Fico: una campagna di disinformazione russa punta il dito sull’Ucraina

Di il 18 Maggio, 2024
Attentato a Fico, campagna di disinformazione russa
L’attentato a Fico ha sollevato preoccupazioni sul crescente numero di attacchi a politici in Europa, in un'epoca in cui i social media possono amplificare rapidamente la frustrazione e il risentimento, contribuendo a una maggiore confusione e disinformazione globale

Subito dopo il tentato omicidio del primo ministro slovacco Robert Fico, una vasta operazione di disinformazione, orchestrata da organizzazioni statali russe, ha cercato di attribuire ingiustamente la responsabilità all’Ucraina. I media statali russi, influenti canali Telegram filo-Cremlino e bot su X, hanno diffuso false narrazioni poco dopo l’attacco, ancor prima dell’identificazione ufficiale dell’attentatore. Azioni che sembrano confermare l’intento del Cremlino di sfruttare le divisioni politiche europee per fini propagandistici.

Personaggi politici di destra hanno amplificato queste accuse infondate, contribuendo a diffondere teorie cospirative ancora più estreme sulle origini dell’attacco. La campagna si inserisce in un contesto di crescente sentimento anti-ucraino in Slovacchia, nonostante il paese sia membro della NATO.

La campagna di disinformazione

Diversi account hanno scritto su X: “Un uomo reclutato dai terroristi ucraini ha effettuato un attacco”, allegando un video dell’incidente senza alcuna prova. Tutti account successivamente identificati come parte della nota rete Doppelganger da Antibot4Navalny, un collettivo di ricercatori russi che ha monitorato la campagna per mesi.

La rete Doppelganger è da tempo impegnata anche in altre campagne di disinformazione mirate verso l’Europa e gli Stati Uniti, inclusa quella nata per alimentare la discordia durante le recenti proteste sulla guerra Gaza nei campus americani.

A livello locale, il think tank Globsec ha notato che la maggior parte dei messaggi che legavano l’attacco a Fico all’Ucraina erano in inglese, indicando un target principalmente internazionale piuttosto che slovacco.

Il ruolo dei media statali russi

I media statali russi non sono stati da meno: articoli e telegiornali hanno enfatizzato l’opposizione di Fico all’assistenza all’Ucraina, sottolineando come il premier venisse percepito come “amico della Russia”. Margarita Simonyan di Russia Today su Telegram ha colpevolizzato l’Ucraina per l’attacco e definito Fico una vittima della sua stessa posizione politica.

Inoltre, l’organizzazione Logically, specializzata nell’analisi delle campagne di disinformazione, ha rilevato un coro uniforme tra i canali Telegram pro-Cremlino che dipingeva l’attacco come una conseguenza della posizione filo-russa di Fico, mentre altrove si accusavano i media occidentali di giustificare l’aggressione.

Chi è Robert Fico

Robert Fico, figura polarizzante e recentemente rieletto per la terza volta, ha proposto politiche controversie, come la chiusura dell’ufficio anti-corruzione e la limitazione della libertà di stampa, scatenando il malcontento di una significativa porzione dell’elettorato. Inoltre, il leader slovacco aveva già attirato l’attenzione per l’opposizione al matrimonio LGBTQ e il supporto limitato all’Ucraina.

Le divisioni politiche interne, accentuate dalla sua rielezione, riflettono un contrasto crescente tra elettori che vivono in aree rurali, tradizionalmente più conservatori, e quelli più urbani, più liberal ed europeisti.

L’attentatore, descritto come un “lupo solitario” radicalizzatosi recentemente, avrebbe dichiarato di essere stato influenzato dalle politiche di Fico, secondo quanto riportato dal ministro dell’Interno slovacco Matúš Šutaj-Eštok.

La sicurezza in Europa

Questo incidente solleva ulteriori preoccupazioni riguardo la sicurezza dei politici in Europa, un tema che recentemente è diventato sempre più pressante vista l’escalation di attacchi fisici a politici. Escalation probabilmente dovuta alle imminenti elezioni europee, che potrebbero stravolgere gli equilibri nelle istituzioni europee, e a tecniche di disinformazione sempre più sofisticate e difficili da individuare e contrastare.

Non è un caso che Il Consiglio Ue abbia deciso ieri di oscurare nell’Unione Europea quattro media (Voice of Europe, RIA Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta) che diffondono e sostengono la propaganda russa e la guerra di aggressione contro l’Ucraina.

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