Basta rifiutarsi di scrivere “Golfo d’America” per essere cacciati dalla Casa Bianca

Di il 13 Febbraio, 2025
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Trump ha impedito all'Associated Press di partecipare agli eventi nello Studio Ovale perché l'agenzia continua a utilizzare la dicitura originale, "Golfo del Messico"

È un’altra, l’ennesima decisione dell’amministrazione di Donald Trump contro gli organi di informazione. Questa volta è toccato all’agenzia di stampa Associated Press. Per due giorni consecutivi, i giornalisti della testata non sono potuti entrare alla Casa Bianca.

Il motivo risiederebbe nel fatto che l’Associated Press ha deciso di non conformarsi a quanto affermato in un ordine esecutivo di Trump: cambiare il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America.

In una nota, l’agenzia ha fatto sapere che continuerà a utilizzare il nome originale poiché, essendo “un’agenzia di stampa che diffonde notizie in tutto il mondo, deve garantire che i nomi dei luoghi e la geografia siano facilmente riconoscibili per tutti i lettori”.

Secondo un altro comunicato rilasciato martedì 11 febbraio, la Casa Bianca avrebbe informato l’agenzia del fatto che, “se non avesse adeguato i propri standard editoriali all’ordine esecutivo del presidente”, avrebbe “negato l’accesso a un evento nello Studio Ovale”.

Così è stato, per ben due volte.

Martedì, scrive il Washington Post, due giornalisti dell’agenzia sono stati esclusi dagli eventi alla Casa Bianca.

In seguito, la Cnn ha infatti riportato che anche ieri pomeriggio è stato impedito a un reporter dell’agenzia di partecipare alla cerimonia di giuramento di Tulsi Gubbard a capo dell’intelligence.

“Ci riserviamo il diritto di decidere chi può entrare nello Studio Ovale”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.

Come segnala la Cnn, tecnicamente è vero che l’amministrazione può decidere chi entra.

Tuttavia, il funzionamento delle istituzioni democratiche, oltre che sulla separazione dei poteri e il rispetto delle leggi, si basa anche su delle consuetudini consolidate nel tempo.

L’Associated Press fa parte del press pool, ossia quel gruppo ristretto di testate tradizionalmente accreditate a tutti gli eventi della Casa Bianca.

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La sede dell’Associated Press a New York. Foto: Flickr.

Tanto per cambiare

Non è la prima volta che Trump impedisce ai giornalisti di partecipare agli eventi governativi e alle conferenze stampa.

Nel 2017, durante il suo primo mandato, il presidente aveva vietato ad alcune testate critiche verso l’amministrazione – fra cui New York Times, Guardian, Politico, Cnn, Bbc e Daily Mail – di partecipare a una riunione nella sala stampa della Casa Bianca.

Poche settimane fa, il Pentagono ha annunciato l’avvio di un programma di rotazione annuale per gli spazi dedicati alla stampa all’interno del suo Corridor of Correspondents, escludendo giornali e reti come New York Times, Politico, Nbc e Npr, per fare posto alle testate conservatrici New York Post, One America News Network, Breitbart e alla progressista HuffPost.

Tuttavia, il motivo avanzato per giustificare l’esclusione dei cronisti dell’Associated Press ha dell’incredibile.

“Punire i giornalisti per non aver adottato una terminologia imposta dallo Stato è un attacco allarmante alla libertà di stampa” ed è “incostituzionale”, ha scritto la Foundation for Individual Rights and Expression, un’organizzazione no-profit per la tutela del diritto di parola.

Secondo Leavitt, invece, la situazione è diversa. “È un privilegio poter coprire la Casa Bianca”, ha detto. “Nessuno ha il diritto di entrare nello Studio Ovale e porre domande al presidente degli Stati Uniti. È un invito che viene concesso”.

Una posizione curiosa per un’amministrazione guidata da un presidente che, il primo giorno del suo secondo mandato, ha firmato un ordine esecutivo per “ripristinare la libertà di parola e porre fine alla censura federale”.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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