Adolescence accende il dibattito sulla sicurezza digitale dei minori

Di il 20 Marzo, 2025
Jack Thorne, autore della serie Netflix, propone di vietare nel Regno Unito gli smartphone agli adolescenti sotto ai 16 anni per proteggerli dai pericoli online

L’uso degli smartphone tra i giovanissimi continua a essere al centro di un acceso dibattito nel Regno Unito.

Jack Thorne, autore britannico e ideator della serie Netflix Adolescence, ha recentemente proposto di trattare gli smartphone come le sigarette, vietandone l’uso ai minori di 16 anni – scrive il Guardian.

La serie, che affronta i pericoli delle comunità online tossiche e l’influenza della cosiddetta “incel-culture”, ha scatenato una discussione a livello nazionale sulla sicurezza digitale degli adolescenti.

Thorne ha evidenziato come gli algoritmi dei social media possano portare rapidamente i giovani verso “spazi oscuri”, che contengono contenuti misogini e antifemministi.

Secondo lui, se un divieto totale non fosse attuabile, l’introduzione di un’età digitale del consenso potrebbe comunque essere una soluzione valida.

Lo sceneggiatore sta esortando il governo britannico a prendere misure radicali contro le grandi aziende tecnologiche, seguendo l’esempio di paesi come Francia, Norvegia e Australia, che hanno già introdotto restrizioni riguardo l’accesso ai social per i minori.

Adolescence e la “manosphere”

La serie Adolescence ha ricevuto elogi da accademici e attivisti per aver portato alla luce il fenomeno della manosphere, un universo digitale che promuove la misoginia e attacca il femminismo.

La trama segue il tredicenne Jamie Miller, interpretato da Owen Cooper, arrestato per l’omicidio di una compagna di scuola.

Nel secondo episodio, la serie fa riferimento a figure controverse come Andrew Tate – ex campione di kickboxing noto per i video misogini e violenti – e approfondisce l’uso di emoji con significati segreti tra i giovani utenti dei social.

Ad esempio, un personaggio della serie spiega che l’emoji della pillola rossa è un riferimento a Matrix e viene utilizzata per indicare il risveglio alla presunta verità sulla natura delle donne e sulle dinamiche relazionali, secondo la visione della manosphere.

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Foto: Unsplash.

Non solo emoji

Sebbene alcuni esperti, come il sociolinguista Robert Lawson, abbiano messo in guardia dal rischio di “panico morale” riguardo l’uso delle emoji, riconoscono che la manosphere utilizza un gergo specifico per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità.

La professoressa Lisa Sugiura, esperta di incel culture, ha sottolineato che l’uso di emoji può anche servire a eludere i sistemi di moderazione dei social media, rendendo difficile identificare contenuti potenzialmente dannosi.

Nel tentativo di proteggere i minori dai contenuti più pericolosi, il Regno Unito ha recentemente introdotto l’Online Safety Act, che prevede sanzioni per le piattaforme che permettono ai bambini di accedere a contenuti dannosi.

Tuttavia, secondo un portavoce di Ofcom, solo gli emoji chiaramente usati per incitare all’odio contro le donne saranno considerati una violazione della normativa.

Cambiamento necessario

Daisy Greenwell, cofondatrice dell’organizzazione Smartphone Free Childhood, ha affermato che la serie Adolescence ha toccato un nervo scoperto nella società moderna.

La paura che, nel momento in cui si dà uno smartphone a un teenager, i genitori perdano il controllo sulla sua sicurezza digitale è comune a tutti.

Secondo Greenwell, non si può affidare questa responsabilità esclusivamente alle famiglie.

Servono leggi più efficaci per garantire un ambiente online sicuro per tutti i ragazzi, indipendentemente dal livello di attenzione dei loro genitori.

Il dibattito sull’accesso agli smartphone per i minori di 16 anni è quindi destinato a proseguire, con sempre più esperti e attivisti che chiedono misure concrete per proteggere i giovani dall’influenza negativa delle comunità online.

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