People Magazine lancia la sua app in stile TikTok

Di il 15 Aprile, 2025
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La scommessa della rivista è un’interfaccia pensata per nativi digitali e dedicata agli scoop sulle celebrità

People Magazine, la rivista settimanale punto di riferimento sul gossip e stile di vita in America, lancia una app costruita sul modello di TikTok.

Con 50 anni di storia alle spalle, 14 milioni di followers su Instagram, un traffico di dieci milioni di utenti sul sito e una stima di 95 milioni di lettori per il 2024, punta ora su un’interfaccia interamente pensata su bisogni e usi dei nativi digitali, come hanno fatto sapere da Dotdash Meredith, il gruppo editoriale che ha acquisito People nel 2021.

A sponsorizzare il lancio è infatti e.l.f. Beauty, un’azienda di cosmetica che ha come target principale consumatori più giovani e con una fascia di reddito medio-bassa.

 

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Sempre per il gossip

People ha una sezione molto forte legata al celebrity gossip, cioè agli scoop che ruotano soprattutto attorno al divismo hollywoodiano e non solo.

Esiste una categoria interamente dedicata alle famiglie reali e soprattutto a quella britannica: scelta ancora più strategica da quando anche i reali più insospettabili hanno deciso di lanciarsi sui social.

Infatti, People riprende interamente il formato dei rotocalchi di metà Novecento, perché l’infotainment, cioè l’unione di informazione e intrattenimento, è il punto di forza della strategia editoriale della rivista.

Ma esattamente come per i fotoromanzi e i rotocalchi, ampio spazio è anche dedicato alla cronaca nera. Sulla scorta del successo del fenomeno crime, è stata dedicata una sezione verticale sul sito, che ha come sottogruppi: “Crime news”, “Crime History”, “Cults” e, proprio così, “Serial Killer”.

“The Fourth Wall” è invece la serie di video, tre a settimana, lanciata sulla app per mostrare il dietro le quinte del lavoro redazionale.

Se infatti lo slogan di People è “the people”, cioè mettere le persone al centro dei fatti, è giunto il momento di rendere visibili anche coloro che lavorano per la rivista, per costruire ancora di più un legame affettivo e di fiducia con i pubblici.

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La copertina di People del 24 ottobre 2011 dedicata a Steve Jobs, cofondatore di Apple, scomparso pochi giorni prima. Foto: Flickr.

Una app per fidelizzarli tutti

Le regole perché la app funzioni, secondo Neil Vogel, amministratore delegato di Dotdash Meredith, è essenzialmente una: ci deve essere un vantaggio in termini di contenuto, fruibile più volte al giorno.

Ma oltre al contenuto, bisogna pensare alla usability, ossia a come è disegnata l’interfaccia di interazione tra utente e app.

Per questo, i punti di riferimento sono TikTok e Instagram, perché sono swipeable, quindi permettono di scegliere con un giro di pollice quale contenuto approfondire o scartare.

Altro punto di forza è, secondo People, il carattere immersivo dell’esperienza, che permette di integrare la varietà dei contenuti della rivista.

Molte delle storie sulla app non saranno presenti sul sito e verranno veicolate soprattutto in forma visuale, con un’attenzione principale alla qualità dell’immagine e dello storytelling visivo.

Anche per realtà solide come People, nota per format audaci come l’elezione annuale dell’uomo o della donna più sexy del mondo,  giunge il momento di rinnovarsi e adattarsi ai tempi che cambiano.

In Italia, ad esempio, il Corriere della Sera ha lanciato una app dedicata alla famiglia.

All’estero, il sito di informazione culinaria Eater – proprietà di Vox Media – ha investito in una app che dalla rivista passi direttamente a raccomandazioni di luoghi in cui mangiare.

Anche quando il business funziona, il rapporto di fidelizzazione dei lettori sembra la chiave per restare competitivi e sopravvivere a un mercato in rapido cambiamento.

Come dice Vogel, non si abbandona niente, si fa tutto.

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Ludovica Taurisano è dottoranda di ricerca in Global History and Governance per la Scuola Superiore Meridionale di Napoli, con un progetto di ricerca sull’editoria popolare e l’informazione politica negli anni Sessanta e Settanta. Con una formazione in teoria e comunicazione politica, si è occupata di processi di costruzione dell’opinione pubblica; ha collaborato con l’Osservatorio sulla Democrazia e l’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Oggi è Program Manager per The European House – Ambrosetti. Scrive di politica e arti performative per Birdmen Magazine, Maremosso, Triennale Milano, il Foglio, Altre Velocità e chiunque glielo chieda. Ogni tanto fa anche cose sul palco.