
Sembra che la Casa Bianca stia valutando seriamente la proposta di Oracle per la gestione di TikTok negli Stati Uniti.
L’accordo, ancora in fase di negoziazione, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lunga disputa sulla sicurezza dei dati degli utenti americani, secondo Politico.
Tuttavia, rimangono forti preoccupazioni sul ruolo che i fondatori cinesi dell’app continueranno ad avere nelle operazioni statunitensi.

Larry Ellison, cofondatore, ex Ad e attualmente presidente esecutivo e Cto di Oracle. Foto: Flickr.
Trattative in corso
Il vicepresidente JD Vance e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, incaricati dal presidente Donald Trump di supervisionare la trattativa, stanno guidando i negoziati.
Nel frattempo, alcuni senatori hanno chiesto di essere informati sugli sviluppi, consapevoli delle implicazioni di sicurezza legate all’accordo.
L’idea di affidare a Oracle la gestione dei dati degli utenti americani si basa sul fatto che la società possa garantire che le informazioni non siano accessibili al governo cinese.
Tuttavia, secondo una fonte interna sentita da Politico, questa garanzia potrebbe essere difficile da mantenere, poiché il controllo dell’algoritmo rimarrebbe in mani cinesi.
Questo significa che, anche con Oracle alla guida dell’infrastruttura tecnica, esisterebbe comunque un potenziale rischio di accesso da parte di Pechino.
Parte due
La proposta è stata ribattezzata Project Texas 2.0, in riferimento a un precedente accordo tra TikTok e l’azienda fondata da Larry Ellison, che prevedeva lo spostamento dei dati degli utenti americani su server in Texas per impedirne l’accesso a ByteDance.
Tuttavia, questa soluzione non aveva convinto né il Congresso né l’amministrazione Biden, che hanno continuato a vedere il social come un possibile strumento di spionaggio e propaganda da parte del governo cinese.

L’ex sede centrale di Oracle a Redwood City, in California. Nel 2020, la compagnia ha spostato il suo quartier generale a Austin, in Texas. Lo scorso anno, Larry Ellison ha annunciato un nuovo spostamento dell’azienda a Nashville, in Tennessee. Foto: Wikimedia Commons.
Tic-tac
L’urgenza della situazione è legata alla scadenza del 5 aprile, termine entro il quale il governo americano dovrà trovare un nuovo proprietario per TikTok.
Questa data è stata fissata a gennaio da un ordine esecutivo di Trump, che ha concesso un’estensione di 75 giorni al precedente divieto dell’app.
L’ultimo nodo da sciogliere riguarda la posizione della Cina.
Pechino si è opposta con fermezza a qualsiasi vendita forzata di TikTok, dichiarando che un’operazione di questo tipo dovrebbe essere sottoposta all’approvazione delle autorità cinesi.
Il ministero del Commercio cinese ha ribadito che non accetterà imposizioni da parte di governi stranieri, sottolineando la necessità che eventuali transazioni siano guidate da principi di mercato.
Negli ultimi mesi, il Paese ha mantenuto una posizione ambigua sulla possibile vendita di TikTok, alternando dichiarazioni più concilianti a prese di posizione rigide contro il controllo dell’app da parte di aziende statunitensi.
Questa incertezza rende difficile prevedere se un accordo tra Oracle e TikTok potrà effettivamente concretizzarsi senza l’intervento delle autorità cinesi o altri colpi di scena.