Trump minaccia l’indipendenza di Voice of America

Di il 06 Marzo, 2025
VOA Washington hq_Voce of America free Flickr
L'amministrazione sta facendo pressioni sui giornalisti e ha annunciato le nomine presidenziali dei nuovi vertici dell'emittente e dell'agenzia governativa che la controlla

Dopo l’Associated Press, l’ultimo bersaglio della battaglia di Donald Trump contro le testate critiche nei suoi confronti è Voice of America. L’emittente, fondata nel 1942 dalla Casa Bianca per trasmettere all’estero informazioni che contrastassero la propaganda nazista, è finanziata dal governo federale e, anche per questo, il presidente si sente legittimato a intervenire sulla sua linea editoriale.

Voice of America è la maggiore delle emittenti controllate dalla US Agency for Global Media – Usagm -, un’agenzia governativa indipendente che, ricorda Npr, ne coordina anche i servizi di risorse umane.

Una delle caratteristiche che l’emittente ha sempre vantato di mantenere, sottolinea il New York Times, è l’indipendenza dei suoi giornalisti dalla Casa Bianca, a prescindere dal presidente in carica.

Ma da quando Trump si è insediato le cose si sono fatte più difficili.

L’obiettivo del presidente la nomina a nuova direttrice della testata Kari Lake, un’ex conduttrice televisiva vicina alle posizioni del movimento Make America Great Again e candidata repubblicana – sconfitta – al Senato in Arizona.

Per farlo, però, una legge federale prevede che Lake venga approvata a maggioranza da un consiglio bipartisan che supervisiona la Usagm.

Questo voto ancora non c’è stato e, nell’attesa, Trump – che già durante il suo primo mandato aveva provato a prendere il controllo dell’emittente – è corso ai ripari designando la stessa Lake come consulente di spicco dell’agenzia che controlla Voice of America.

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Kari Lake, candidata alle elezioni in Arizona del 2022, si è rifiutata di ammettere la sconfitta alle urne. Foto: Wikimedia Commons.

In dipendenza

La nomina di Lake è stata comunicata ai dipendenti della testata attraverso una mail in cui c’è scritto che “in qualità di consulente senior dell’amministrazione Trump, Kari aiuterà l’Usagm ad attuare le politiche e le strategie necessarie per riorganizzare l’agenzia, le sue emittenti e gli enti che essa finanzia”.

Intanto, il presidente ha anche annunciato la sua scelta come nuovo amministratore delegato dell’Usagm. È Brent Bozell, un’attivista conservatore a capo del Media Research Center, un centro studi sui media che, si legge sul suo sito, vuole “smascherare e contrastare il bias di sinistra nei media nazionali”.

Il Senato dovrà confermare la nomina di Bozell.

La sede di Voice of America a Washington DC. Foto: Wikimedia Commons.

Segnali

Le ingerenze dell’amministrazione sull’indirizzo editoriale di Voice of America sono comunque già visibili e hanno avuto inizio prima delle nomine dei nuovi dirigenti, sostengono diverse testate americane, tra cui Axios e il New York Times.

Proprio il quotidiano newyorkese ha dato la notizia che Steven Herman, caporedattore dell’emittente, è stato messo in “assenza giustificata” prolungata a causa del suo comportamento sui social media.

Una lettera inviata a Herman lo informava della sua temporanea sospensione, durante la quale le risorse umane condurranno un’indagine sulla possibilità che le sue attività sui social media abbiano violato la percezione di oggettività e credibilità del giornalismo di Voice of America.

A febbraio, Herman era stato criticato dai seguaci di Maga e Trump poiché in un suo post su X aveva citato le affermazioni del presidente di Democracy Forward, un’organizzazione no-profit contro la corruzione nel governo federale.

Smantellare la Usaid – l’Agenzia per lo sviluppo internazionale – “rende gli americani meno sicuri a casa e all’estero”, aveva scritto.

La scorsa settimana, a fare le spese delle pressioni governative è stata Patsy Widakusara, capo corrispondente dalla Casa Bianca, che, senza essere interpellata, è stata riassegnata a un altro ufficio.

Una mossa che, secondo alcuni giornalisti di Voice of America, rappresenterebbe un tentativo di ridurre le tensioni con l’amministrazione.

Presagi di una situazione prossima al cambiamento, come avrebbe confermato anche l’attuale direttore dell’emittente, Michael Abramowitz, che in una recente riunione di redazione avrebbe fatto sapere di ricoprire ormai la carica “ad interim”, in attesa dell’arrivo di Lake.

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