Il Pentagono ha annunciato un nuovo programma di rotazione annuale per gli spazi dedicati alla stampa, una decisione che comporterà cambiamenti significativi all’interno della storica Corridor of Correspondents del Dipartimento della Difesa.
Quest’ultima è un’area specifica all’interno del Pentagono riservata a testate giornalistiche selezionate, che consente ai loro reporter di avere accesso diretto alle informazioni, ai briefing ufficiali e alle fonti militari.
Far parte di questo gruppo è considerato un privilegio per le testate giornalistiche, poiché facilita la raccolta di notizie e la copertura degli eventi in tempo reale.
A partire dal 14 febbraio, alcuni dei media principali che da tempo si trovano al Pentagono saranno sostituiti da nomi più piccoli e, nella maggior parte dei casi, schierati con il nuovo presidente Donald Trump.
Il criterio prevede che una testata della stampa tradizionale, una online, un’emittente televisiva e una radiofonica vengano sostituite da altre dello stesso medium.
Per questo primo anno, le quattro testate chiamate in causa sono il New York Times, Nbc News, National Public Radio e Politico. A queste, subentreranno rispettivamente il New York Post, One America News Network – Oann -, Breitbart News Network e HuffPost.
Tutte queste sostituzioni favoriscono testate pro-Trump. L’unica eccezione riguarda HuffPost News, giornale di impronta progressista e critico nei confronti del presidente, che finora non aveva un suo corrispondente al Pentagono e ora prenderà il posto di Politico.
Decisione controversa
La decisione del Pentagono ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto di preoccupazione da parte di molte testate e organizzazioni per la libertà di stampa.
Si legge sulla Cnn che Nbc News ha affermato come la mancanza di un ufficio all’interno del Pentagono “renderà più difficile raccogliere e diffondere informazioni di interesse pubblico”, ma che questo non li fermerà da fare giornalismo d’inchiesta “con la stessa integrità e rigore di sempre”.
Anche Kevin Baron, ex vicepresidente della Pentagon Press Association, ha espresso il suo disappunto, sottolineando l’importanza di avere un ufficio all’interno dell’edificio per poter svolgere un lavoro giornalistico efficace.
“Cacciare i giornalisti penalizza la copertura delle notizie. Se non puoi raccogliere e scrivere storie dall’interno del Pentagono, sei svantaggiato”, ha scritto Baron in una serie di post su X.
Dice il Pentagono
Secondo il portavoce del Pentagono, Jonathan Ullyot, l’obiettivo del nuovo programma è ampliare l’accesso alle risorse del Dipartimento della Difesa, consentendo a nuove testate di ottenere uno spazio fisso all’interno dell’edificio per un anno.
Ullyot ha chiarito che i media esclusi manterranno comunque i loro diritti di accesso, inclusa la possibilità di partecipare ai briefing stampa e viaggiare con i leader militari e civili.
Tuttavia, la decisione di selezionare testate meno influenti e politicamente schierate ha sollevato dubbi sulle reali intenzioni di questa iniziativa.
Scelte insolite
Una delle decisioni a destare maggiore sorpresa è stata quella di sostituire Npr con Breitbart, testata di orientamento conservatore, con una presenza molto limitata rispetto a Npr, che invece trasmette notizie a livello nazionale attraverso centinaia di stazioni radiofoniche locali.
Un’altra scelta poco condivisa riguarda la sostituzione di Nbc con Oann. Anche quest’ultima è un’emittente televisiva di nicchia, con un pubblico molto più ristretto rispetto a quello del colosso televisivo americano.
Inoltre, Oann ha affrontato numerose cause legali – chiuse lo scorso anno – per aver diffuso false informazioni sulle elezioni del 2020.
Tempi sospetti
La tempistica della decisione alimenta ulteriori dubbi.
Il nuovo Segretario alla Difesa, Pete Hegseth – ex conduttore di Fox News e sostenitore di Trump –, ha assunto l’incarico solo pochi giorni fa.
Questo cambio nella gestione della stampa del Pentagono sembra dunque in linea con l’obiettivo dell’amministrazione di ridefinire il panorama mediatico, sostituendo le testate tradizionali con organi di stampa più allineati alla sua visione politica.
La decisione, che entrerà in vigore tra poche settimane, potrebbe avere conseguenze durature sulla copertura giornalistica delle attività del Dipartimento della Difesa e sulla trasparenza dell’amministrazione.