TikTok non deve chiudere, scrive Trump

Di il 30 Dicembre, 2024
Trump free to use FMT
Il presidente eletto si è preso la scena anche questa volta. Ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere la legge che prevede il divieto del social media negli Stati Uniti

Dal punto di vista mediatico, l’interminabile storia della sopravvivenza di TikTok negli Stati Uniti è un film diretto da Donald Trump, di cui è ormai anche il protagonista.

Il presidente eletto ha inviato un documento scritto alla Corte Suprema chiedendo di sospendere l’entrata in vigore di una legge che prevede la cessione della divisione locale del social media cinese a una società americana per continuare a operare nel Paese.

Negli scorsi giorni, la Corte Suprema aveva aperto un minimo di speranza per TikTok e la sua proprietaria, ByteDance, accettando di esaminare il caso e ascoltare le ragioni per le quali i legali della piattaforma avevano presentato ricorso – gli avvocati contestano la violazione del primo emendamento della Costituzione statunitense sulla libertà di espressione.

Biden Free use FMT

Joe Biden, 46esimo presidente degli Stati Uniti.

In breve, dall’inizio

La vicenda si è aperta lo scorso aprile, quando il presidente Joe Biden ha firmato una legge che obbliga ByteDance a vendere la divisione statunitense di TikTok a un’azienda americana entro il 19 gennaio 2025, il giorno prima dell’insediamento della nuova amministrazione.

Se questo termine non fosse rispettato, TikTok sarebbe cancellato dagli app store – le società tecnologiche che non applicano il divieto pagherebbero multe altissime per ogni download – e la sua applicazione non potrebbe più essere scaricata e aggiornata.

I legali della piattaforma avevano fatto ricorso due volte in corte d’appello, senza però ottenere riscontri positivi.

I giudici avevano confermato le posizioni del Dipartimento di Giustizia, per il quale le connessioni fra la proprietaria di TikTok e il governo di Pechino rappresentano un serio pericolo di sicurezza, date le informazioni personali appartenenti a milioni di cittadini statunitensi presenti sulla piattaforma. In più, la Cina potrebbe sfruttare il social media per usi propagandistici.

A quel punto, i legali di TikTok si erano appellati alla Corte Suprema, che li ha convocati per un’udienza il prossimo 10 gennaio.

A oggi, stando così le cose, TikTok morirà lentamente negli Stati Uniti.

Le posizioni di Trump, influenzate anche dagli interessi di alcuni suoi finanziatori nel social media, facevano però presagire che il nuovo presidente si sarebbe speso per lasciare aperta la piattaforma nel Paese.

Trump sbarca su TikTok

Tutto e il contrario di tutto

In quattro anni, Trump ha cambiato idea sul destino di TikTok.

Come ricorda il New York Times, nel 2020, il 45esimo e 47esimo presidente degli Stati Uniti dichiarava di voler vietare il social media nel Paese, considerandolo un “virus” cinese.

E, in effetti, Trump aveva firmato un ordine esecutivo che minacciava di sanzionare ByteDance se questa non avesse disinvestito negli Stati Uniti.

Un accordo successivo, che prevedeva la cessione di quote significative di TikTok americano a due importanti compagnie statunitensi, Oracle e Walmart, era poi naufragato con il cambio di amministrazione nel 2021.

A giugno del 2024, Trump ha abbracciato la causa di TikTok per motivi di campagna elettorale.

Prima si è iscritto sulla piattaforma – dove oggi ha quasi 15 milioni di follower – e ha pubblicato un video in cui diceva di voler salvare la piattaforma. Poi ha dichiarato ai cittadini: “se ti piace TikTok, vota per Trump”.

Il presidente eletto non ha mai negato che TikTok rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. Ma ha aggiunto che la sua chiusura gioverebbe a Facebook, che “considero un nemico del popolo”.

Il 16 dicembre, poi, nella prima conferenza stampa dopo le elezioni, Trump ha detto di avere “un debole per TikTok” e voler esaminare il caso personalmente una volta tornato al governo. Lo stesso giorno ha avuto un incontro privato con l’amministratore delegato del social media, Shou Chew.

Il documento inviato il 27 dicembre alla Corte Suprema è un passo ancora più importante perché rappresenta la prima dichiarazione esplicita di Trump sulla specifica vicenda legale che riguarda TikTok.

Nelle precedenti uscite pubbliche, il presidente eletto aveva finora ammiccato alle ragioni del social media, senza però prendere una posizione specifica sul ban. E, soprattutto, senza rivolgersi ai giudici in maniera diretta.

In attesa di sapere quale sarà la decisione della Corte, è ora di constatare che, ancora una volta, il protagonista – percepito – di questa faccenda è diventato Trump e non più TikTok.

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Journalist writing on European politics, tech, and music. Bylines in StartupItalia, La Stampa, and La Repubblica. From Bologna to Milan, now drumming and writing in London.

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