Lo scorso 30 settembre AT&T ha finalizzato la vendita del restante 70% delle quote in DirecTv, un’importante società televisiva californiana di cui fino al 2021 deteneva l’intera proprietà. Con questa cessione al fondo di private equity Tpg, la multinazionale delle telecomunicazioni di Dallas è uscita dall’industria dei media e dell’intrattenimento. Il mercato ha premiato questa decisione e il suo titolo in borsa sta andando molto meglio.
L’acquisizione del primo 30% delle quote di DirecTv era costata a Tpg 16,2 miliardi di dollari. AT&T incasserà entro il 2029 altri 7,6 miliardi dalla vendita del restante 70%. L’azienda di telecomunicazioni texana aveva acquisito DirecTv nel 2015 per 48,5 miliardi di dollari.
Nel 2018, AT&T aveva comprato anche la Time Warner per 85 miliardi di dollari, per poi decidere nel 2021 di scorporare la società – il cui nuovo nome era WarnerMedia – in un’operazione da 43 miliardi di dollari e autorizzarne la fusione con Discovery. In seguito allo spin-off, gli azionisti di AT&T hanno avuto il 71% delle quote della nuova azienda, chiamata Warner Bros. Discovery, quelli di Discovery il 29%.
Si sta meglio senza
Come scrive il Wall Street Journal, quello di AT&T con l’industria dei media e dell’intrattenimento di Hollywood è stato un matrimonio strano con un divorzio costoso.
La scelta della società di Dallas, la terza compagnia più grande al mondo nel campo delle telecomunicazioni, di disinvestire dal mondo dei media sta pagando. Finora, quest’anno il titolo di AT&T è aumentato del 35%, sta guadagnando un numero crescente di nuovi abbonati alla sua fibra ottica e sta ripianando i debiti accumulati negli anni.
L’azienda, guidata dal Ceo John Stankey, prevede di distribuire oltre 40 miliardi di dollari agli azionisti nei prossimi tre anni, tramite il riacquisto di azioni e i dividendi esistenti. Ha poi annunciato di destinare altri 10 miliardi di dollari per garantirsi la flessibilità necessaria nell’ambito delle acquisizioni, riduzione del debito e altre attività.
La scalata è tutt’altro che finita. Nel 2019, al suo picco, AT&T aveva un valore di mercato di 289 miliardi di dollari, oggi è circa a 164 miliardi. La strada, però, sembra quella giusta.
Secondo Allyn Arden, analista di S&P Global Ratings, la società di Dallas era in una situazione critica quando ha acquisito Warner, a causa di pressioni non sostenibili dovute al rinnovamento delle reti, investimenti nello streaming e un dividendo troppo alto da garantire. Ora, però, “sono tornati a concentrarsi su quello che sanno fare meglio, i servizi di telecomunicazione”.