No-vax, estimatore di Putin, antieuropeista. Calin Georgescu ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania con il 22,9% e sfiderà al ballotaggio la candidata di centrodestra, Elena Lasconi. Semisconosciuto e assente dai dibattiti televisivi, l’ultranazionalista ha costruito la sua fortuna elettorale su TikTok, dove è seguito da 300mila persone e ha milioni di interazioni. E qui nasce il problema.
Il suo risultato non era stato preso in considerazione ed era così inimmaginabile che altri candidati alle presidenziali hanno chiesto alla Corte Costituzionale romena di annullare il voto. I problemi principali riguardano il possibile illegittimo ruolo di TikTok nel favorire la campagna elettorale di Georgescu e il timore di minacce informatiche durante il ballottaggio in programma l’8 dicembre.
Qualcosa di strano
Mercoledì 27 novembre sono arrivate a Bruxelles una serie di richieste da parte di organizzazioni non governative e autorità romene di esaminare il ruolo di TikTok in campagna elettorale. In particolare, se il social cinese abbia rispettato il Digital Services Act – che regola il comportamento delle piattaforme online – in particolar modo quelle più grandi -, motori di ricerca e servizi di hosting.
Una di queste Ong, Expert Forum, ha fatto notare che Georgescu sarebbe passato dal 2% al 22% nel corso della campagna elettorale, grazie soprattutto ai contenuti su TikTok. Contenuti che, afferma Expert Forum, comprenderebbero video politici promozionali fatti passare non come tali e diffusi attraverso algoritmi e hashtag mirati a milioni di utenti.
Essendo uno dei grandi attori online inclusi nel Dsa, la Commissione Europea ha precisato al Financial Times che la piattaforma è tenuta a valutare e ridurre i rischi sistemici relativi ai processi elettorali.
Secondo il portavoce di TikTok a Bruxelles, Paolo Ganino, le voci di un comportamento illegale del social sarebbero infondate, tanto che la piattaforma non accetta pubblicità politiche pagate e avrebbe collaborato con la Commissione Elettorale romena per diffondere informazioni accurate riguardo al voto.
Sarebbe la seconda volta, fa notare il FT, che Bruxelles si trova a interrogare TikTok sulla sua possibile influenza nei processi elettorali europei. Chissà cosa succederà questa volta.