Nelk Boys, Adin Ross, Theo Von, Bussin’ With the Boys e Joe Rogan: questi i nomi citati, per ringraziarli, da Dana White, il presidente della Ultimate Fighting Championship – un’organizzazione di arti marziali miste tra le più importanti a livello globale – durante il discorso della vittoria di Donald Trump.
Non si trattava di figure del partito repubblicano, ma di un gruppo di podcaster e influencer che hanno contribuito a riportare alla Casa Bianca Donald Trump, che si è dimostrato più aperto ad apparire sui media non tradizionali rispetto all’avversaria Kamala Harris.
Trump on air
Il neopresidente degli Stati Uniti, infatti, nel corso dell’ultimo miglio della sua campagna elettorale ha sfruttato l’opportunità rappresentata da podcast e livestream, come The Joe Rogan Experience, This Past Weekend With Theo Von e Full Send, mentre ha preferito – in coerenza con la sua narrazione politica – declinare le offerte dei media tradizionali.
A fargli compagnia, oltre al candidato vicepresidente JD Vance e l’imprenditore e suo sostenitore Elon Musk, c’era anche il figlio diciottenne Barron, che ha permesso alla campagna elettorale del tycoon di raggiungere in maniera informale il pubblico più giovane.
Di conseguenza, secondo la conduttrice conservatrice Candace Owens, il pubblico ha potuto vedere “un lato diverso di Trump ed è questo che la gente vuole vedere”. Owens sostiene che “il 90%” dei media mainstream sta fondamentalmente respingendo le persone di destra”.
“Comunicano in questo modo con pietà e arroganza. E la gente è stanca di questo”, aggiunge, sostenendo che la destra sta vincendo nello spazio dei media indipendenti perché promuovono “conversazioni più umane”.
Don Lemon, un ex conduttore della CNN che ha ricevuto elogi per i suoi video da uomo della strada in giro per il Paese in questo ciclo elettorale, dice che Trump ha “capito, in modo intelligente, l’impatto che lo streaming, il digitale e i social possono avere su un media tradizionale, aziendale e della vecchia scuola”.
Un’opportunità persa per i democratici
Secondo Lemon, Kamala Harris ha bruciato un’occasione importante – anche perché avrebbe il carattere giusto per essere ospite di podcaster e creator – scegliendo di esporsi poco su questi media, verosimilmente per tutelarsi da eventuali polemiche indesiderate, mentre tanti spazi di questo tipo avrebbero potuto ospitarla.
Infatti, nonostante questo ecosistema, come ricorda anche la giornalista Taylor Lorenz, si sia nel tempo spostato sempre più a destra perché i suoi creator si sono sempre sentiti esclusi dal sistema mediatico mainstream, ci sono voci emergenti che potrebbero dare spazio ai democratici, come quella di Hasan Piker, unico streamer di sinistra a posizionarsi nella top 10 di Twitch.
I precedenti: Bernie Sanders e Pod Save America
Ma, in passato, qualcuno nelle fila del partito democratico americano aveva già intuito il potenziale di questi canali: nel 2020, infatti, durante la campagna per le primarie Bernie Sanders è apparso proprio nello show di Rogan.
Sono state, però, alcune uscite controverse del conduttore a causare dei malumori intorno a questo tipo di esperienze, ben diverse da realtà come Pod Save America, condotto da ex collaboratori di Obama e veterani democratici. Secondo Piker, che è stato ospite di questo podcast e ha dichiarato di rispettarlo, infatti, “abbiamo bisogno di qualcosa che vada oltre” e che non sia intrinsecamente legato all’istituzione del partito democratico.
Servirebbe quindi, ai dem, cercare di conquistare questi nuovi spazi senza costruirne di nuovi proprietari, e parlare di politica dando l’impressione di non stare parlando di politica.