La ricetta dei media per sopravvivere all’era della frammentazione

Di il 15 Novembre, 2024
crisi media
Le elezioni hanno rivelato un gap significativo tra i media tradizionali e il pubblico. Il Chief Media Analyst di CNN, Brian Stelter, ha pubblicato una to do list per ristabilire la fiducia e attirare nuovi lettori 

Le elezioni americane hanno evidenziato una crisi profonda nei media tradizionali, con molti elettori che ignorano la copertura basata sui fatti, preferendo fonti alternative e contenuti più superficiali. I media devono affrontare questa sfida, riconoscendo le loro debolezze e adattandosi alle nuove abitudini di consumo delle notizie. Secondo Brian Stelter, Chief Media Analyst di CNN, solo attraverso un cambiamento radicale nel modo di fare informazione, i media possono sperare rimanere rilevanti nel panorama attuale.

“Morte” dei media?

I media sono morti“, ha detto il comico di Fox News Greg Gutfeld. “Ora siete voi i media“, ha scritto Elon Musk su X, postando il messaggio più volte.

Affermare che i media tradizionali siano morti potrebbe essere eccessivo secondo l’editoriale di Stelter sul sito della CNN, ma senza dubbio molti giornalisti si sentono sconfitti dopo la vittoria di Trump. Non tanto perché preferivano Harris, ma perché sono consapevoli che molti elettori hanno ignorato la copertura basata sui fatti riguardante Trump e Harris. Come ha detto un giornalista radiofonico, è “difficile non interpretare queste elezioni come un vero e proprio rifiuto nazionale di ciò che facciamo”.

Con il crescente utilizzo delle piattaforme online come podcast, video su YouTube e altre fonti digitali, i media tradizionali faticano a rimanere rilevanti. Sui social media, l’informazione di qualità viene spesso ignorata, mentre meme fuorvianti vengono condivisi milioni di volte. Alcuni di questi trend esistono da anni, ma i risultati delle elezioni lo hanno reso ancora più evidente. 

Diversità geografica

Alcuni giornalisti ritengono che la copertura delle notizie in America sia stata troppo focalizzata su Washington. Stelter scrive che gli editori dovrebbero ampliare la loro prospettiva, distribuendo i propri dipendenti in tutto il Paese per bilanciare il pensiero predominante di New York e Washington.

Inoltre, le notizie locali sono sempre meno, soprattutto nelle zone rurali e nelle piccole città. “Si stima che metà delle contee degli Stati Uniti abbiano un accesso limitato alle notizie locali affidabili, e centinaia siano deserti di notizie senza alcuna testata,” ha scritto Will Bunch del Philadelphia Inquirer. “Non hanno alcuna attrattiva per i grandi filantropi, perché non c’è una grande base di abbonati, ma la lotta per riconquistare la realtà inizia da lì”.

Imparare le diete mediatiche dei giovani

Come ha detto un esperto di media, “Stiamo programmando per il pubblico che abbiamo, non per quello di cui abbiamo bisogno”. Gli americani tra i 20 e i 40 anni sono consumatori di contenuti brevi che assorbono notizie e opinioni attraverso titoli, meme, video verticali e altre informazioni sintetiche. Tuttavia, per Stelter, questo tipo di interazione non è il futuro, è “solo” il presente.

Distinguere tra parlare e fare giornalismo

Stelter distingue tra podcast giornalistici e altri tipi di contenuti creati da streamer su YouTube e altri creator che non sono giornalisti nel vero senso del termine. Appartengono ad un altro business che non raccoglie e verifica le informazioni, ma parlano di ciò che altri hanno raccolto e verificato. Tuttavia, anche fare ordine tra le notizie e parlare informalmente in modo approfondito, sottolinea Stelter, è un lavoro importante perché i conduttori di talk show e i vlogger riescono a creare profonde connessioni con il pubblico, cosa che anche i giornalisti dovrebbero imparare a fare.

I consumatori di notizie occasionali

Mentre i “news junkies” – persone molto attente alle notizie e attualità – hanno già le loro fonti preferite, la maggior parte delle persone non segue le news con la stessa intensità. Un sondaggio di Civic Health and Institutions Project, infatti, mostra che per molte persone, la principale fonte di informazione, specialmente durante le elezioni, proviene da “amici e familiari” e non dai media tradizionali. Per rispondere a questa situazione, scrive Stelter che gli editori dovrebbero creare nuovi tipi di contenuti per coloro che potrebbero essere disinteressati alla politica o che diffidano dai politici, in modo da creare conversazioni reali che risuonino con i lettori. Inoltre, potrebbe essere utile un cambiamento verso format più informali, come quello degli influencer sui social media, che hanno una connessione diretta e personale con il loro pubblico. 

Dov’è il pubblico?

Alcune società di media si sono distaccate dalle piattaforme social che a volte svalutano il loro lavoro, ma a causa di ciò hanno perso rilevanza. “I social media non possono più essere visti solo come un canale per la ‘distribuzione’“, ha scritto questa settimana la giornalista Rachel Karten. “Le notizie devono accadere nativamente su queste piattaforme, dove sempre più giovani leggono lì le loro notizie”.

Offrire un contesto

Stelter aggiunge che, per fare un esempio, al posto di cominciare con “Trump promette di imporre dazi“, sarebbe meglio partire da “cos’è un dazio?”. Tim Graham del Media Research Center ha detto: “Se i media pensano che gli elettori siano poco istruiti, allora che insegnino loro qualcosa. Quanti membri del Congresso ci sono? Quanti giudici della Corte Suprema? Quando gli elettori possono nominare i personaggi dei Simpson ma non i giudici della Corte Suprema, significa che le notizie hanno più opinioni che fatti”.

Fare spazio ai sentimenti senza compromettere i fatti

La sociologa Arlie Russell Hochschild, autrice del libro “Strangers in Their Own Land”, sostiene che gli elettori a volte agiscono in base alle loro necessità emotive — la loro “storia profonda” — piuttosto che alle loro necessità materiali. “Tutti abbiamo una storia profonda“, ha detto a Vox. “Ed è importante sapere qual è.” Anche secondo Stelter sono le convinzioni che derivano dalla propria storia profonda a muovere le persone, e i giornalisti dovrebbero comprenderle meglio.

Interagire con i lettori

Le piattaforme digitali consentono una comunicazione effettiva bilaterale, a differenza del tradizionale approccio unidirezionale dei media. Per Stelter, anche i giornali dovrebbero rispondere alle domande del pubblico. Le narrazioni dei media, infatti, spesso sono sviluppate dagli addetti ai lavori, e non risultano rilevanti per il pubblico.

Parlare dell’ambiente informativo 

Bolle informative e teorie del complotto dovrebbero essere un vero e proprio argomento“, ha scritto la scorsa settimana Richard Stengel, ex direttore di TIME e autore di “Information Wars”. Ha inoltre aggiunto che “le testate e le reti di notizie dovrebbero aggregare i contenuti che i propri lettori e spettatori non stanno vedendo. Questo informa i lettori su ciò che c’è fuori, segnala fiducia nella loro capacità di affrontarlo e può avere l’effetto positivo di aumentare la percezione di equità”.

Costruire fiducia senza temi divisivi

Conclude Stelter sottolineando che le notizie politiche saranno polarizzanti ancora per molto tempo. Infatti, finché il presidente eletto continuerà ad alimentare gli scontri, la stampa sarà vista come una forza ostile da molti elettori di Trump. Ma secondo il Chief Media Analyst di CNN, i consumatori di notizie che non credono — o addirittura non leggono — gli articoli sulla politica si possono ancora connettere con i giornali attraverso le notizie di sport e business. Il direttore dell’Atlanta Journal-Constitution, Andrew Morse, ha scritto in una lettera ai lettori: “Molti di voi sono stanchi della politica. Tutti abbiamo bisogno di una pausa, e l’AJC è più impegnato che mai nel fornire diversi spunti per arricchire la vita delle vostre famiglie e godervi ciò che questa grande città, stato e regione hanno da offrire”.

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