Sono bastati pochi minuti dall’annuncio della vittoria di Trump per vedere dilagare su X (ex Twitter) le teorie del complotto su presunti brogli elettorali. Questa volta, però, a mettere in dubbio il processo democratico e ad alimentare la sfiducia nei confronti delle istituzioni sono gruppi sostenitori della sinistra.
“I conti non tornano”
Secondo i dati della società di ricerca PeakMetrics, dopo la vittoria di Trump i post che chiedevano un riconteggio e mettevano in dubbio i risultati hanno raggiunto un picco di 94.000 post all’ora, molti dei quali hanno ottenuto milioni di visualizzazioni. Gordon Crovitz, CEO di NewsGuard, ha detto a WIRED che dopo i risultati elettorali l’espressione “Trump ha imbrogliato” era di tendenza su X, con ben 92.100 menzioni dalla mezzanotte.
“Qualsiasi evento improbabile susciterà sempre teorie cospirative su cosa sia successo ‘davvero’” sostiene Mike Rothschild, esperto di complotti ed estremismi. “In questo caso, si tratta di una narrazione errata secondo cui mancherebbero decine di milioni di voti e che minacce di bomba russe avrebbero sabotato la campagna di Harris. Nessuna delle due è vera: l’affluenza sembra essere diminuita, e molti stati, compresa la California, sono ancora nel pieno del conteggio. E anche se le minacce di bomba sono sempre inaccettabili, non sono certo il motivo per cui la campagna di Harris ha perso in tutti gli stati chiave. Spiegare la vittoria di Trump con teorie del complotto significa non avere un contatto con la realtà.”
Diversamente dal movimento negazionista del 2020, alimentato dal rifiuto di Trump di accettare i risultati elettorali, queste teorie del complotto non hanno ricevuto alcun supporto dalla candidata, che ha esortato i suoi sostenitori ad accettare i risultati.
L’ascesa di BlueAnon
Il termine “BlueAnon” è nato come gioco di parole che combina “blue” (blu), il colore associato al Partito Democratico negli Stati Uniti, con “QAnon,” il famoso movimento complottista di estrema destra. L’idea del nome è sottolineare come anche tra alcuni sostenitori della sinistra emergano narrazioni complottiste, simili per struttura ma opposte per schieramento politico rispetto a quelle di QAnon.
Il fenomeno ha iniziato a guadagnare terreno a partire da luglio di quest’anno, in particolare dopo l’attentato contro Trump, dando spazio a una serie di teorie complottiste che circolano soprattutto su piattaforme social alternative a quelle principali.
L’impatto della disinformazione sul sistema democratico
Nina Jankowicz, ex responsabile della disinformazione per l’amministrazione Biden, avverte che le accuse infondate, da qualunque parte arrivino, danneggiano la fiducia nella democrazia: “Le persone finiscono per fidarsi meno delle infrastrutture democratiche, alimentando disinformazione e disimpegno. Ci vogliono decenni per recuperare questa fiducia. Basta guardare ai Paesi dell’Europa dell’Est, che cercano di ricostruire la fiducia democratica dagli anni ‘90. Dovremmo fare attenzione a queste accuse, indipendentemente dalla loro origine”.