Elon Musk ha provocato un effetto domino sui social media: tagli nei team di sicurezza, politiche meno rigide sulla moderazione e una proliferazione di disinformazione e di discorsi d’odio. Ciò sembra favorire un ambiente in cui le piattaforme puntano alla crescita a scapito della responsabilità, con il rischio di mettere in pericolo la democrazia.
Effetto domino
Dopo i massicci tagli di Musk a X, aziende come Meta, Google e Amazon hanno seguito l’esempio, licenziando parte dei loro team dedicati alla moderazione dei contenuti.
YouTube, ad esempio, ha smesso di rimuovere i contenuti su presunte frodi elettorali e Meta ha allentato le restrizioni sugli annunci controversi. La gestione dei contenuti sui social sta quindi subendo un cambiamento radicale, con le piattaforme che stanno favorendo una libertà di espressione quasi assoluta.
Inoltre, Meta ha recentemente sospeso alcuni strumenti di monitoraggio come Crowdtangle, limitando la trasparenza su ciò che accade all’interno delle sue piattaforme. Anche TikTok e Amazon hanno faticato a garantire la sicurezza delle informazioni elettorali e hanno mantenuto diversi limiti nei sistemi di rilevazione della disinformazione.
Il nuovo modello Musk
La moderazione dei contenuti sulle piattaforme è in gran parte volontaria, eccetto per i casi in cui il contenuto è illegale, come nel caso di materiale di abuso sessuale su minori, con le relative conseguenze legali.
Tuttavia, mentre prima le media company mettevano in risalto il loro impegno nel combattere le fake news, adesso sembrano nascondersi dietro la rivoluzione iniziata da Elon Musk, che ha creato un pericoloso precedente: rifiutando di assumersi la responsabilità per i contenuti pericolosi e legittimando la riduzione dei controlli, ha influenzato le pratiche del settore.
Questa nuova gestione dei social media sembra ormai inarrestabile, con il rischio che la qualità dell’informazione e la fiducia nei media ne escano danneggiate. Rischio ancora più concreto a seguito della vittoria del suo nuovo caro amico, Donald Trump.
I problemi di X con gli inserzionisti
A due anni dall’acquisizione, la relazione tra X (ex Twitter) e gli inserzionisti è più complessa che mai. Elon Musk è diventato proprietario della piattaforma il 28 ottobre 2022, causando la fuga di molti inserzionisti che temevano che i loro brand fossero associati a contenuti controversi. Dopo l’acquisizione, infatti, si sono registrate diverse criticità con la moderazione dei contenuti, cambiamenti imprevedibili nelle politiche di sicurezza dell’azienda che hanno spinto molti inserzionisti a riconsiderare le loro strategie pubblicitarie.
Nel tentativo di ridurre queste tensioni, è stata assunta Linda Yaccarino come CEO. L’ex manager della NBCUniversal ha provato a migliorare la sicurezza del brand, ma i dati confermano il calo dell’investimento pubblicitario: secondo la società di ricerca Guideline, X rappresenta solo l’1% della spesa pubblicitaria globale tra settembre 2023 e agosto 2024, mentre Meta e TikTok dominano il mercato. Inoltre, molti dei maggiori inserzionisti americani hanno smesso di investire in X e il 26% degli inserzionisti prevede di ridurre ulteriormente la spesa sulla piattaforma nel 2025.