Il desiderio di diventare influencer attrae milioni di giovani, alimentato da storie di successo e guadagni da capogiro. Tuttavia, l’impennata del numero dei creator ha cambiato il panorama, con le aziende che ora cercano i micro-influencer per promuovere i prodotti a gruppi ristretti, lasciando molti aspiranti creator senza reali opportunità di guadagno stabile. A complicare ulteriormente le cose è la volatilità degli algoritmi: un post virale, infatti, non garantisce il successo a lungo termine.
Un futuro tanto ambito quanto instabile
Secondo un sondaggio di Morning Consult, il 57% della Gen Z americana sogna di diventare influencer e il 53% considera questa carriera “rispettabile”.
Ma con la crescita del settore cambia anche l’approccio delle aziende, che ora puntano su target più specifici. Così chi sogna di vivere esclusivamente grazie ai social potrebbe rimanere deluso: monetizzare un piccolo seguito difficilmente consente di mantenersi solo con questo lavoro.
Negli ultimi cinque anni, le aziende americane hanno triplicato gli investimenti nell’influencer marketing, arrivando a 7 miliardi di dollari, secondo eMarketer. Una ricerca dell’Influencer Marketing Hub rivela che l’86% dei brand mondiali intende investire in influencer quest’anno, rispetto al 37% del 2017. Queste figure sono importanti nel processo di acquisto: tre quarti della Gen Z americana si affida agli influencer per decidere cosa comprare, e lo fa anche un terzo dei Baby Boomer.
Un vantaggio per le aziende, ma un rischio per gli aspiranti influencer
L’abbondanza di influencer rappresenta un grande vantaggio per le aziende. Dal 2021 la spesa per influencer con oltre un milione di follower è scesa dal 15% all’8%, mentre quella per i micro-influencer con meno di 20.000 follower è aumentata dal 20% al 45%, sottolineando la crescente importanza dei creator con un target più mirato. Tuttavia, per chi spera di fare carriera come influencer, questa crescita è preoccupante: solo il 4% dei creator guadagna più di 100.000 dollari all’anno, secondo Goldman Sachs.
Inoltre, l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare drasticamente il panorama, con l’emergere di “influencer virtuali” come Aitana López, una gamer e fitness guru (finta) con oltre 330.000 follower.
I creator hanno inizialmente guadagnato popolarità perché percepiti come “persone di fiducia”, afferma Anita Balchandani di McKinsey. Ma, per mantenere la loro influenza, devono ora bilanciare guadagni e autenticità, un compito sempre più difficile, considerando che la crescente saturazione di contenuti sponsorizzati sta stancando i consumatori.