Le elezioni presidenziali del 2024 stanno segnando una svolta significativa nel panorama mediatico americano. In un contesto di forte polarizzazione, alcune delle testate più importanti del Paese, come il Washington Post e il Los Angeles Times, hanno deciso di non sostenere alcun candidato, suscitando reazioni controverse, tra cui importanti dimissioni e migliaia di abbonamenti cancellati.
Questa scelta, tuttavia, non è isolata. Un’analisi condotta da Semafor, sui giornali nazionali e locali statunitensi, ha rivelato che la maggior parte delle testate ha scelto di non fare un endorsement. E tra quelle che hanno preso posizione, la maggioranza ha sostenuto la candidata democratica Kamala Harris, mentre solo poche hanno appoggiato il repubblicano Donald Trump.
Una novità rispetto alle elezioni del 2016
Il trend rappresenta un marcato distacco rispetto alle elezioni del 2016, quando 57 dei 100 principali quotidiani americani hanno appoggiato Hillary Clinton, e solo 26 sono rimasti neutrali.
Alcuni giornali hanno una lunga tradizione di neutralità: il Wall Street Journal, giornale conservatore di proprietà della famiglia Murdoch, non appoggia un candidato presidenziale dal 1928. Dall’altro lato, altre testate hanno abbandonato questa pratica solo recentemente, scegliendo di limitarsi a sostenere candidati per elezioni locali o statali. Tra questi, gruppi editoriali di peso come Gannett, MediaNews Group di Alden Global e Tribune Publishing, le cui decisioni hanno avuto un impatto su decine di giornali. Sia Gannett sia MediaNews Group hanno giustificato la scelta con la volontà di concentrare la loro attenzione sulla copertura obiettiva dei fatti in un’epoca di forti divisioni.
Alcune testate locali hanno spiegato apertamente ai propri lettori le ragioni dietro la decisione di non appoggiare un candidato. Il Minnesota Star Tribune, ad esempio, ha scritto: “Siamo fiduciosi nella capacità dei cittadini informati di decidere per chi desiderano votare”.
Chi ha fatto l’endorsement
Nonostante la crescente tendenza verso la neutralità, alcune delle principali testate continuano a esprimere il loro sostegno. Tra queste il New York Times (Harris), New Yorker (Harris), Atlantic (Harris) e il New York Post (Trump).
Dall’altro lato dell’oceano, è da poco arrivato l’endorsement a Harris da parte dell’Economist.
“È difficile immaginare Harris come un presidente straordinario, anche se le persone possono sorprenderti. Tuttavia, non si può immaginare che porti a una catastrofe”. Continua lo storico magazine: “Trump rappresenta un rischio inaccettabile per l’America e per il mondo”.
In una recente intervista, il responsabile del magazine in America, John Prideaux, ha detto che l’endorsement non è stato scritto per manifestare pubblicamente i valori della rivista. Piuttosto, è stato concepito per persuadere i sostenitori di Trump. Si tratta di un approccio coerente con la missione dell’Economist di fornire ai lettori le informazioni più rilevanti per aiutarli a prendere decisioni consapevoli.