Donald Trump e JD Vance stanno mettendo in atto una strategia elettorale che punta a raggiungere i giovani elettori maschi attraverso interviste informali sui canali online di celebri influencer.
I giovani elettori maschi: il nuovo target dei repubblicani
Secondo la campagna di Trump, l’obiettivo di questa strategia mediatica è raggiungere il maggior numero possibile di persone, non necessariamente solo uomini. Tuttavia, i risultati mostrano che sono proprio i giovani maschi ad essere più coinvolti e ad avvicinarsi sempre di più ai repubblicani. Questa categoria, però, tende a votare meno, per cui i contenuti di Trump con personalità che hanno un grande seguito online potrebbero puntare a convincere i ragazzi a recarsi alle urne.
Secondo i dati della campagna, i due candidati conservatori sono apparsi in nove podcast, di cui sei avevano un pubblico prevalentemente maschile, con almeno tre quarti degli ascoltatori uomini e in maggioranza giovani. Solo un podcast, “Phil in the Blanks” del Dr. Phil McGraw, aveva una maggioranza di ascoltatrici donne.
Le conversazioni, spesso amichevoli e informali, trattano argomenti come la UFC e il pugilato. Durante un’intervista, il famoso youtuber Logan Paul ha chiesto a Trump se avesse mai partecipato a una rissa e dopo una lunga pausa, la risposta è stata: “Probabilmente no”.
Molti di questi podcast durano circa un’ora, a volte di più, e solitamente i conduttori non verificano la veridicità delle affermazioni di Trump e non lo mettono sotto pressione. In alcuni casi, i presentatori sono apertamente sostenitori di Trump, come per esempio lo streamer Adin Ross, che ha regalato a Trump un orologio e un Tesla Cybertruck.
Non mancano tuttavia momenti di maggiore difficoltà: il conduttore del podcast “All In” ha insistito più volte con Vance, chiedendogli se confermava i risultati delle elezioni del 2020 o se al contrario sosteneva la teoria della frode elettorale, ma Vance ha evitato di rispondere chiaramente.
Un Trump più vulnerabile ed emotivo
Grazie a questa strategia, molti giovani uomini (potenziali nuovi elettori) hanno avuto modo di conoscere Trump e Vance in lunghe interviste informali, condotte da ospiti di cui già si fidano e con cui hanno trascorso molte ore online. Le conversazioni tendono ad umanizzare i candidati, piuttosto che a concentrarsi sulle notizie del giorno. Ad esempio, il podcaster Theo Von ha parlato a lungo con Trump del fratello defunto, Fred, e della sua lotta contro l’alcolismo, rendendo Trump sorprendentemente vulnerabile. Von ha poi sottolineato che molti dei suoi fan hanno affrontato problemi simili, creando un collegamento emotivo con il pubblico.
La strategia mediatica “top down”
Secondo Eric James Wilson, stratega repubblicano esperto in comunicazione digitale, una delle vie per raggiungere gli elettori è quella che Wilson definisce “bottom up”, cioè “dal basso verso l’alto”, come il porta a porta o il passaparola tra amici. Quella del tycoon, invece, è una strategia opposta: “La seconda via è top down, cioè dall’alto verso il basso, dove gli elettori hanno rapporti con i conduttori di podcast o YouTuber e si affidano a loro per intercettare elettori che altrimenti non sarebbero raggiungibili”.
La strategia “top down” dei podcast e degli influencer è una soluzione al problema della frammentazione delle fonti di informazione: oggi le persone ottengono informazioni da migliaia di fonti diverse rendendo sempre più difficile capire di chi fidarsi. In questo senso l’influencer diventa un punto di riferimento affidabile.
Secondo Shauna Daly, cofondatrice dell’iniziativa liberal “Young Men’s Research Initiative“, Trump ha già raggiunto il suo massimo potenziale con gli elettori tradizionali e l’unica strada per vincere sarebbe quella di cambiare l’elettorato: “I giovani uomini, storicamente, tendono a votare meno, ma se Trump riuscisse a convincerli a votare, questo potrebbe bastare a garantirgli la vittoria”.
Cosa dicono gli ultimi sondaggi?
Secondo i sondaggi più recenti, c’è un ampio divario di genere tra i giovani elettori, con i giovani uomini che mostrano una maggiore propensione a sostenere Trump. Uno degli obiettivi di queste apparizioni potrebbe quindi essere quello di spingere questa categoria, che normalmente vota meno, a recarsi alle urne.
Inoltre, i numeri non mentono: l’intervista tra Logan Paul e Trump ha raggiunto 6,5 milioni di visualizzazioni su YouTube. Se anche solo una piccola parte di questi spettatori votasse per Trump negli Stati giusti, il tycoon potrebbe vincere le prossime elezioni.