Dopo l’endorsement alla sua rielezione, nella notte di ieri Elon Musk ha ospitato Donald Trump in una intervista esclusiva su X, la sua piattaforma social precedentemente conosciuta come Twitter.
Mentre la maggior parte dei media si è concentrata sui problemi tecnici dell’intervista, sono stati pochi i commentatori che hanno notato (o che hanno voluto/potuto scrivere) che il ritorno di Trump su X rappresenta l’ennesima vittoria di Elon Musk. Il tutto in un momento storico in cui i media cosiddetti mainstream fanno il tifo per Kamala Harris, esattamente come accadde nelle ultime elezioni presidenziali con Joe Biden.
Il miliardario texano aveva recentemente elogiato la rilevanza della sua piattaforma quando il presidente americano scelse proprio X per annunciare il ritiro dalla corsa presidenziale.
I temi trattati e i problemi tecnici
L’intervista, seguita da circa 23 milioni di persone, è stata preceduta da problemi tecnici, inclusi ritardi causati da un cyberattacco a X, un problema che Musk ha spiegato essere una sfida crescente per la piattaforma. Un episodio simile si era già verificato lo scorso anno in occasione dell’intervista di Musk al governatore della Florida, Ron DeSantis, ai tempi candidato alle primarie repubblicane.
Durante l’intervista, che è durata circa due ore, Elon Musk e Donald Trump hanno discusso liberamente e senza un copione prestabilito, toccando moltissimi argomenti che spaziano dalla politica estera a quella interna, immigrazione e cambiamento climatico (su quest’ultimo tema si è registrata l’unica vera divergenza di opinioni).
Come prevedibile, non sono mancati gli attacchi a Kamala Harris: “E’ una radicale di San Francisco, è più a sinistra di Bernie Sanders: sarà peggio di Joe Biden”. È stata fortemente criticata anche l’Unione europea, che prova prima dell’intervista aveva minacciato un possibile intervento in caso di fake news. Il live si è svolto in un clima di cordialità, con domande accomodanti, scambi di complimenti e un invito di Trump a Musk a unirsi alla sua amministrazione per abbattere i costi: “Sei il più grande tagliatore di teste”.
Numeri da record
L’intervista è stata seguita da circa 23 milioni di persone. Fra le 19.47 e le 22.47 (americane) di ieri, X ha registrato oltre 4 milioni di post sulla conversazione fra Musk e Trump, generando un totale di 998 milioni di visualizzazioni. Dati molto apprezzati dal tycoon: “Un record storico, ma i media rifiutano di parlarne perché sono Fake News”.
Il ritorno di Trump su X
Il ritorno di Trump su X è anche emblematico della vittoria di Musk nel posizionarsi come un protagonista capace di sfidare le norme convenzionali e influenzare le dinamiche mediatiche e politiche. L’intervista ha certamente rafforzato il posizionamento di X come piattaforma capace di plasmare l’opinione pubblica. Si tratta di una svolta significativa per la piattaforma, che ha affrontato una crescente concorrenza da parte di nuovi attori dei social media, inclusa Truth Social, fondata dall’ex presidente stesso.
Se Trump dovesse riprendere un ruolo attivo su X (per ora così sembra), simile a quello che aveva durante la sua presidenza (oltre 10 tweet al giorno), Musk potrebbe anche ritrovare l’interesse degli inserzionisti politici. Dall’altro lato, per l’ex presidente una partecipazione attiva su X significherebbe tornare a parlare ai suoi (oggi) 89 milioni di follower, un pubblico non indifferente nel momento in cui iniziano a comparire i primi sondaggi che danno Harris in testa.
I precedenti tra Musk e Trump
Dopo l’acquisizione della piattaforma nel 2022, Musk ha prontamente ripristinato l’account di Trump bloccato a seguito dell’assalto al Campidoglio nel 2021, incoraggiandolo a utilizzare nuovamente X, convinto che la sua presenza avrebbe rinvigorito l’engagement su una piattaforma che stava affrontando difficoltà. Tuttavia, Trump ha nel frattempo lanciato e promosso Truth Social, dove ha accumulato 7 milioni di follower e dove è contrattualmente vincolato a postare per primo, ad eccezione dei contenuti legati direttamente alla sua campagna elettorale o altre iniziative politiche.
Musk in passato ha votato per figure chiave del partito democratico come Barack Obama, Hillary Clinton e Joe Biden. Tuttavia, le restrizioni legate al COVID-19, le alte tasse e la rigida regolamentazione in California hanno spinto Musk verso destra.
Oggi sostiene la rielezione dell’ex presidente con significative donazioni a un PAC (comitato d’azione politica) pro-Trump.