Gedi, l’Agcom stabilisce l’equo compenso che Microsoft deve pagare per l’utilizzo degli articoli su Bing

Di il 26 Luglio, 2024
Il regolamento Agcom sull’equo compenso recepisce la direttiva Copyright europea, secondo cui agli editori di pubblicazioni di carattere giornalistico debba essere riconosciuto un equo compenso per lo sfruttamento dei loro contenuti

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha recentemente deliberato l’importo dell’equo compenso che Microsoft dovrà corrispondere per l’utilizzo online delle pubblicazioni giornalistiche di Gedi Gruppo Editoriale SpA sul motore di ricerca Bing. La decisione, presa durante la riunione di ieri e con il voto contrario della commissaria Elisa Giomi, prevede un importo totale di 780.000 dollari per il biennio 2021-2022, come riportato dal Sole 24 Ore.

Per Agcom, spiega la sua nota diffusa ieri, si tratta del primo provvedimento di questo tipo adottato dall’Autorità, in applicazione del regolamento di cui si è dotata a gennaio 2023. E’ ’il primo provvedimento che coinvolge un prestatore di servizi della società dell’informazione (Microsoft) diverso dalle imprese di media monitoring e rassegne stampa.

Dettagli dell’equo compenso

Radiocor, l’agenzia di stampa del Gruppo Sole 24 Ore, ha scritto che l’equo compenso è stato fissato a 360.000 dollari per il 2021 e a 420.000 dollari per il 2022. Le informazioni relative all’anno 2023 non sono ancora complete. Il focus della decisione riguarda il “value gap”, ovvero la perdita di ricavi pubblicitari che si verifica quando le risorse pubblicitarie migrano verso le piattaforme online, le quali utilizzano contenuti dei media tradizionali senza un adeguato compenso per gli editori.

Il regolamento Agcom sull’equo compenso recepisce la direttiva Copyright europea. Si stabilisce che agli editori di pubblicazioni di carattere giornalistico debba essere riconosciuto un equo compenso per lo sfruttamento dei loro contenuti.

Utile ricordare che ad aprile il Consiglio di Stato, con una decisione che ha rappresentato una vittoria per Agcom e Fieg nella disputa legale con Meta-Facebook, ha ribaltato la decisione del Tar che aveva sospeso il regolamento AgCom sull’equo compenso.

Regolamento Agcom e metodo di calcolo

L’Autorità applica una percentuale che può raggiungere fino al 70%, in base ai criteri definiti dal comma 3 dell’articolo 4 del Regolamento. Per stabilire la base di calcolo, Agcom ha esaminato i meccanismi operativi e il modello di business del motore di ricerca Bing, analizzando dettagliatamente il funzionamento del servizio.

  • numero di consultazioni online delle pubblicazioni (da calcolare con le pertinenti metriche di riferimento);
  • rilevanza dell’editore sul mercato (audience on line);
  • numero di giornalisti, inquadrati ai sensi di contratti collettivi nazionali di categoria;
  • costi comprovati sostenuti dall’editore per investimenti tecnologici e infrastrutturali destinati alla realizzazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online;
  • costi comprovati sostenuti dal prestatore per investimenti tecnologici e infrastrutturali dedicati esclusivamente alla riproduzione e comunicazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online;
  • adesione e conformità, dell’editore e del prestatore, a codici di autoregolamentazione (ivi inclusi i codici deontologici dei giornalisti) e a standard internazionali in materia di qualità dell’informazione e di fact-checking;
  • anni di attività dell’editore in relazione alla storicità della testata.

Per ciascuno dei menzionati criteri sono state applicate delle percentuali calcolate in base a quanto previsto dalla Nota metodologica che fornisce indicazioni di dettaglio sui diversi elementi che compongono il modello di calcolo cui si attiene Agcom per la valutazione della conformità delle proposte economiche delle parti o per la definizione dell’ammontare dell’equo compenso.

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