Quando Jeff Bezos ha nominato William Lewis CEO del Washington Post alla fine del 2023, ha elogiato il manager britannico come un leader lungimirante, capace di rilanciare l’attività in declino di uno dei giornali più autorevoli al mondo. Finora, tuttavia, il passato di Lewis si sta rivelando un peso per lui mentre prosegue nei suoi progetti per il futuro.
La causa che sta mettendo in crisi la reputazione di William Lewis
Lewis è al centro della cronaca per il lavoro svolto a News Corp più di un decennio fa, quando fu assunto per gestire le conseguenze di uno scandalo di intercettazioni telefoniche. Recentemente, i procedimenti giudiziari legati a questo caso di hacking nel Regno Unito sono tornati alla ribalta. Nello specifico, Lewis è accusato di aver nascosto informazioni che avrebbero potuto incriminare dirigenti di News Corp.
Un risvolto giudiziario che rischia di minare la credibilità del Washington Post, che ha perso 77 milioni di dollari l’anno scorso e ha visto i ricavi digitali diminuire più rapidamente dell’edizione cartacea dal 2021. I piani di ristrutturazione della redazione di Lewis hanno già incontrato tensioni, culminate nel ritiro di Robert Winnett, giornalista del Telegraph (anche lui coinvolto in scandali) che avrebbe dovuto dirigere la redazione del Post dopo le elezioni presidenziali a seguito delle dimissioni di Sally Buzbee. Tuttavia, Bezos ha sempre sostenuto Lewis, sia privatamente che pubblicamente, inimicandosi anche gli stessi suoi dipendenti che non vedono di buon occhio questa cieca fiducia.
Crisi con New Corp e con il Washington Post
Indipendentemente dall’esito della causa in tribunale, l’episodio delle intercettazioni telefoniche segna un momento cruciale nella carriera di Lewis, dove i rapporti con Rupert Murdoch e tutto il gruppo News Corp sono degenerati rapidamente.
Prima di diventare un manager dei media, Lewis era un reporter di successo. Durante gli otto anni al Financial Times, ha condotto inchieste che gli hanno conferito una certa fama. Inoltre, Lewis ha più volte espresso orgoglio per aver supervisionato una serie di inchieste, mentre dirigeva il Telegraph, che documentavano spese inappropriate da parte di membri del Parlamento del Regno Unito, provocando un’ondata di dimissioni.
I detrattori di Lewis sostengono che, in seguito allo scandalo dell’hacking, abbia fatto carriera pagando per ottenere le informazioni necessarie per le inchieste che lo hanno reso famoso, a spese di altri reporter. Il ritratto che emerge è quello di un uomo ambizioso che, negli ultimi dieci anni della sua carriera, ha raccolto più nemici che amici, e le scelte del passato pesano ora più che mai.