C’è un nuovo editore in città, si chiama Google

Di il 06 Luglio, 2024
C’è un nuovo editore in città, si chiama Google
Google, con il lancio della propria intelligenza artificiale, Gemini, e la funzionalità AI Overviews, si sta trasformando da motore di ricerca a editore

Immaginate un’enorme biblioteca digitale in cui il bibliotecario, per anni, vi ha consigliato libri scritti da altri. Improvvisamente, questo bibliotecario inizia a scrivere e proporre le proprie opere, attingendo però le informazioni dagli altri libri sugli scaffali. Questa è la nuova realtà di Google, che con il lancio della propria intelligenza artificiale, Gemini, e la funzionalità AI Overviews, si sta trasformando da motore di ricerca a editore.

AI Overviews fornisce risposte elaborate internamente, citando in basso le fonti, spesso arricchite da supporti multimediali come foto, audio e video, utilizzando risorse interne come YouTube, Google Maps e Google Shopping, anche per trasformare una semplice ricerca in un’esperienza immersiva, dove video esplicativi e tutorial arricchiscono le tradizionali risposte testuali. Attualmente è attiva solo negli Stati Uniti, ma si prevede impatterà la vita di un miliardo di utenti entro la fine dell’anno.

Questa trasformazione ha sollevato un’ondata di preoccupazioni tra i veri editori. I siti che una volta registravano un ampio traffico grazie alla visibilità offerta da Google ora temono una drastica riduzione delle visite. Il modello precedente, con i siti esterni come protagonisti nei risultati di ricerca, ora vede questi ultimi relegati in basso nella pagina, quasi a simboleggiare un passaggio di testimone.

Ancora più curioso è il meccanismo di citazione delle fonti adottato da Google nel suo nuovo formato AI Overviews. Anche se questo potrebbe rappresentare una grossa opportunità per le testate indicate come fonti primarie, il criterio di selezione rimane avvolto nel mistero. Siamo difronte ad una questione che solleva interrogativi urgenti sulla nuova SEO e su come i siti possano adeguarsi per emergere in questo nuovo contesto.

Ma cosa ha spinto Google fino al tal punto? La crescente concorrenza nel campo dell’intelligenza artificiale. Realtà come Perplexity, OpenAI o Anthropic stanno costringendo il colosso di Mountain View a rinnovarsi per mantenere la propria rilevanza in un mercato sempre più dominato da risposte immediate e dirette. Una necessità sottolineata da studi come quello di Gartner che prevede, qualora Google se non si evolvesse, una potenziale perdita del traffico fino al 25% entro il 2026.

Tornando alla nostra biblioteca, mentre Google cambia ruolo da semplice bibliotecario a regista e produttore di contenuti, il resto del web si trova a dover navigare in un mare sempre più agitato, cercando nuovi modi per rimanere visibile e rilevante in un contesto in cui l’intelligenza artificiale acquisisce un peso per certi versi determinante. Una sfida che ridefinirà il concetto stesso di traffico e che lascia gli editori senza risposta alla domanda se convenga o meno scendere ai patti con tutto ciò che ruota attorno all’intelligenza artificiale.

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