Come editore di un quotidiano sportivo Urbano Cairo dovrebbe sapere che il calcio è una materia delicata, dove non valgono le stesse regole della politica perché molto più imprevedibile. E dovrebbe anche sapere, da Presidente del Torino Calcio, che i giocatori meritano comunque il rispetto dei giornalisti, al di là delle prestazioni più o meno opache.
In queste prime giornate di qualificazione agli Europei, la scelta del quotidiano di via Solferino di mandare a commentare le partite un cronista come Fabrizio Roncone più abituato alla politica che al prato verde non si sta rivelando molto felice sotto il profilo della comunicazione, visto che il giornalista romano, e forse anche romanista, ha deciso di prendere di punta sin dal primo giorno quel Mattia Zaccagni diventato ieri eroe della Patria.
Roncone da quando Spalletti ha deciso di farlo entrare contro la Spagna al 64’ del secondo tempo ha inanellato contro Zaccagni una serie di sfottò; pochi minuti che non sempre permettono di cambiare la storia, come accaduto con la Croazia ma che sono bastati a Roncone per sfottere l’azzurro e scrivere: “Noi facciamo entrare Zaccagni, santo cielo. Il calcio italiano a questo è ridotto. Per raddrizzare la partita mettiamo lui e Retegui”. E ancora a proposito di Spalletti: “urla qualcosa a Zaccagni. Ma è Zaccagni”. Ma a Roncone non basta, deve infierire: “poi arriva qualche divisa azzurra, passano le nostre ali. Quello è Zaccagni. Capito? Zaccagni”.
Mattia Zaccagni, l’eroe nazionale entrato a 8’ dal termine che oggi sorride al mondo e il mondo gli sorride e l’Italia gli è grata. Anche Fabrizio Roncone, che tenta oggi di rimediare con “stai per scrivere che tutto è finito, che dovremo sperare d’essere ripescati e invece senti un boato: allora c’è che alzi gli occhi e vedi Zaccagni che corre, e la panchina che balza in piedi e gli va incontro, e allora è chiaro che devi anche cambiare l’attacco del pezzo”. Forse ora toccherebbe a Urbano Cairo cambiare Fabrizio Roncone e mandare lui in panchina.
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