Delinquenza giovanile: presentati i dati dello studio condotto dal Centro di ricerca Transcrime dell’Università Cattolica

Di il 17 Giugno, 2024
Tra i giovani aumenta la natura violenta dei reati commessi da chi delinque e cala l’età in cui si commette il primo reato, ma il numero dei casi non cresce

Un recente studio esplorativo condotto da Transcrime, il Centro di ricerca dell’Università Cattolica, rivela che tra i giovani aumenta la violenza dei reati commessi, mentre diminuisce l’età in cui si commette il primo reato. Tuttavia, il numero complessivo dei casi non è in aumento. L’indagine si basa sui dati forniti dall’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM) di Milano e dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) del Ministero della Giustizia. 

Lo studio condotto dal Centro di ricerca Transcrime

I risultati dello studio, disponibile a questo link, sono stati presentati durante la conferenza intitolata “La devianza giovanile in Italia: episodi o trasformazione?”, organizzata in collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica. La conferenza ha offerto un’importante piattaforma per discutere le implicazioni dei cambiamenti nel comportamento criminale dei giovani in Italia, valutando se si tratti di episodi isolati o di una vera e propria trasformazione sociale.

Lo studio segue una precedente mappatura (2022) del fenomeno delle cosiddette gang giovanili, al fine di identificare le tendenze più recenti del fenomeno della delinquenza giovanile. Oltre alle statistiche ufficiali, sono state analizzate informazioni riferite a un campione di 100 ragazzi presi in carico dall’USSM di Milano per provvedimenti di natura penale nei bienni 2015-2016 e 2022-2023.

Durante la Conferenza, i risultati esplorativi della ricerca sono stati discussi con esperti in criminologia, sociologia e psicologia, oltre a rappresentanti delle istituzioni pubbliche e del terzo settore. Con l’obiettivo di elaborare interventi efficaci e coordinati che coinvolgano tutti i contesti di formazione dei giovani: la famiglia, la scuola e la comunità. Un approccio multidisciplinare garantito anche dalla collaborazione della Facoltà di Psicologia per l’analisi dei risultati dello studio.

“Ad aumentare non sono i numeri, ma la violenza allarmante dei comportamenti”: spiega il Prof. Ernesto Savona

“Gli episodi di devianza giovanile ci fanno credere a un aumento dei casi, – spiega il Prof. Ernesto Savona, direttore di Transcrime – ma i dati ufficiali raccontano un problema diverso: ad aumentare non sono i numeri, ma la violenza allarmante dei comportamenti. Per evitare che questa trasformazione divenga sistemica, dobbiamo intervenire oggi nelle cause e nei rimedi. In questa Conferenza abbiamo voluto individuare insieme agli esperti del settore e i rappresentanti delle istituzioni un “paniere” di interventi per affrontare le situazioni di disagio sociale e correggere la traiettoria delle politiche di prevenzione e gestione”.

“Dialogare, formare, responsabilizzare, focalizzare la duale unità tra diritti e doveri” – Dott. Antonio Sangermano

“Lo studio esplorativo che abbiamo svolto sull’universo minorile è denso di significati e spunti predittivi, – afferma il Dott. Antonio Sangermano, Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità – certamente utili per individuare e prevenire i momenti di frattura individuale e relazionale che possono spingere un giovane al reato. Dialogare, formare, responsabilizzare, focalizzare la “duale unità” tra diritti e doveri, potenziare il nesso tra pena e prospettiva: queste, e altre, le sfide che il DGMC ha assunto e che trovano nel rapporto e in questa Conferenza un importante momento di riflessione”.

“Investire in maniera strutturata sulla prevenzione del disagio” – Maria Carla Gatto

“I comportamenti di crescente violenza che contraddistinguono la devianza minorile – conferma la Dott.ssa Maria Carla Gatto, Presidente del Tribunale per i minorenni di Milano – dovrebbero indurci ad investire in maniera strutturata sulla prevenzione del disagio dei ragazzi e degli adolescenti, garantendo maggiori risorse e migliore coordinamento ai servizi sociali e a quelli psicologici e sanitari al fine di intercettare in tempo utile i segnali di malessere”.

I relatori della Conferenza hanno inoltre evidenziato il ruolo della pandemia da Covid-19 nella crescita delle fragilità individuali, psicologiche e relazionali dei giovani, nonché dei social media nell’amplificare il fenomeno della mercificazione del crimine, cioè la diffusione di contenuti violenti per un ritorno economico o di visibilità. Per definire le strategie di prevenzione e di reinserimento sociale, si conferma la necessità di approfondire il fenomeno nella sua complessità e con le sue differenze territoriali.

Programma della Conferenza disponibile qui.

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