Categoria: epica sportiva
Un uomo libero e ostinato. Così il “fiume” Gasperini è finalmente arrivato al mare. Di Marco Ciriello, Domani del 24 maggio 2024
Gian Piero Gasperini si sveglia di notte e scrive i suoi appunti come Marcelo Bielsa, altro personaggio mitico del calcio letterario, tendenza Garcia Marquez. Gasperini studia sempre, di giorno e di notte; lavora e, soprattutto, fa lavorare i suoi giocatori, sfinendoli con allenamenti e schemi ripetuti mille volte.
“Gasperini è l’allenatore che, dai tacchetti degli scarpini alla disposizione sui calci d’angolo, dai battiti del cuore al minuto esatto del loro limite calcistico, dall’esatta posizione in campo fino all’elenco completo delle cose che possono fare e non fare, sa tutto dei suoi calciatori, perché è un tiranno del campo.”
Gasperini è un geniale innovatore sperimentale: negli anni ’90, mentre tutti giocavano con il 4-4-2 per copiare Arrigo Sacchi, lui vide l’Ajax con il 3-4-3 e capì che quella era la strada. Mercoledì scorso, la sua Atalanta ha vinto l’Europa League battendo il Bayer Leverkusen del fascinoso Xabi Alonso, che non perdeva da 51 partite di fila.
Gasperini c’è riuscito in un modo “che farebbe la gioia di Jacques Derrida: destrutturando il linguaggio di Xabi Alonso e del suo Bayer.” Gasperini è uno stratega al limite della maestria scacchistica: un allenatore può aspettare il nemico chiuso nel castello o “uscire con un’azione di disturbo e poi rientrare velocemente dentro le mura.” Ora, dopo il primo trofeo della sua carriera, Gasperini passa a un livello successivo, “quello dove si viene venerati.”
Categoria: cronaca mondana
“Io aggredito da Depardieu. Botte? Le prendo da 64 anni”. Di Rino Barillari, Il Messaggero del 22 maggio 2024
All’inizio de La dolce vita, girato nel 1959, il giornalista scandalistico Marcello Rubini viene minacciato di percosse all’interno di un locale di via Veneto. In seguito, verrà effettivamente malmenato dal fidanzato dell’attrice Sylvia, con la quale ha effettuato un breve transito nella Fontana di Trevi. Pochi giorni fa, sempre in via Veneto, il re dei paparazzi Rino Barillari (79 anni) è stato preso a pugni da Gérard Depardieu.
Com’è andata lo racconta lo stesso Barillari, firmando in prima persona il pezzo di cronaca. Gli telefona un amico e gli dice che Depardieu è all’Harry’s Bar di via Veneto. Lui ci va, lo vede e vede anche la ragazza che è con lui; tira quindi fuori il teleobiettivo. E qui si torna di colpo al 1959, perché Depardieu gli lancia addosso del ghiaccio.
Barillari si ritrae, ma una volta usciti Depardieu e la ragazza lo aggrediscono e Barillari si prende tre pugni in faccia e dieci giorni di prognosi con allegata denuncia dell’attore francese. Il resoconto è corredato da alcune foto d’epoca: in una, un giovane Barillari viene preso a borsettate dalla modella Vatussa Vitta, nell’altra l’attrice Sonia Romanoff lo colpisce con un cono gelato.
La chiusura è stoica e commuovente: “In 64 anni ne ho prese tante. A 14 anni Peter O’Toole mi ha menato, altre botte le ho ricevute da Mickey Rourke e prima dai bodyguard di Frank Sinatra, in compagnia di Ava Gardner. Ho preso anche manganellate e fotografato gli anni di piombo, una vita di insulti e quasi 170 ricoveri in pronto soccorso. Rifarei tutto.”
Categoria: politica/recensione/intervista
Cinque lezioni di De Gasperi. Di Maurizio Crippa, Il Foglio del 21 maggio 2024
Nel portico d’ingresso della basilica di San Lorenzo fuori le Mura al Verano c’è la tomba di Alcide De Gasperi. È sepolto lì perché fu lui a volere la ricostruzione della chiesa dopo il bombardamento di Roma del 1943.
Questa è la prima informazione che troviamo nel libro di Antonio Polito Il costruttore – Le cinque lezioni di De Gasperi ai politici di oggi, dedicato a quello che per l’autore è stato il più grande statista italiano. De Gasperi era un conservatore, ma non un reazionario; era semmai contro le rivoluzioni distruttrici e voleva dunque essere un costruttore.
Polito spiega quali sono le sue lezioni politiche valide ancora oggi: la prima è che il vero democratico è antifascista e anticomunista allo stesso tempo. “Mentre il PCI discuteva della rivoluzione di classe, lui con la riforma agraria diede un milione di ettari di terra ai contadini”.
Le altre quattro lezioni sono: “La politica estera è la chiave di quella interna. Il rigore serve per la crescita, la crescita fornisce le risorse per le riforme sociali. Investire (bene) nel Sud è utile anche per lo sviluppo del Nord. Il leader è forte se sono forti le istituzioni, non i partiti”.
Per Polito, la lezione sulla politica internazionale è fondamentale: fu De Gasperi a volere fortemente l’adesione alla Nato, contro il volere del suo stesso partito, perché si rendeva conto che con la guerra fredda alle porte l’Italia non poteva rimanere neutrale.
De Gasperi aveva uno spirito cosmopolita: “nessuno si rende conto che i tre grandi costruttori dell’Europa, Adenauer, Schuman e De Gasperi, oltre a essere tre cattolici, sono cresciuti tutti e tre in terre di confine”. Ma oggi, con chi starebbe De Gasperi? Starebbe contro i populismi distruttori, dice Polito, ed è importante riscoprirlo proprio alla vigilia delle elezioni europee.
Categoria: politica internazionale
Liberali in affanno. Di Marco Bresolin, La Stampa del 21 maggio 2024
Renew Europe è la formazione liberale costituita cinque anni fa da Emmanuel Macron con la finalità di mettere fine al duopolio socialisti – popolari a Bruxelles e Strasburgo. Secondo i sondaggi, alle prossime elezioni europee il gruppo parlamentare potrebbe perdere una quindicina di seggi rispetto agli attuali 102, con il rischio di essere superato dai Conservatori di Giorgia Meloni, “uno scenario che potrebbe mettere in discussione lo schema-base, quello secondo cui i popolari, i socialisti e i liberali si spartiranno le cariche ai vertici delle istituzioni europee”.
Gli ultimi sviluppi nei Paesi Bassi sono preoccupanti: i liberali hanno siglato un accordo di coalizione con il partito di Geert Wilders, membro dei sovranisti di Identità e Democrazia, contravvenendo alle regole di ingaggio del gruppo. Renew Europe ha una composizione diversa dagli altri gruppi, poiché si basa su una forte delegazione francese cui si sommano delegazioni più piccole, che presentano rischi proprio per il loro apporto marginale (i deputati spagnoli di Ciudadanos potrebbero sparire).
In Italia, il logo di Renew Europe comparirà sia nel logo di Azione sia in quello di Stati Uniti d’Europa (Italia Viva e Più Europa). Per quanto riguarda il manifesto elettorale del gruppo, al primo posto c’è la difesa, seguita dalla competitività delle imprese europee e dalla difesa dei diritti individuali. C’è anche attenzione al settore dell’agricoltura e alla gestione dell’immigrazione, che deve essere “umana ma adeguatamente controllata”.
Categoria: newsletter
Charlie. Una newsletter sul dannato futuro dei giornali. Il Post del 15 maggio 2024
Charlie è una newsletter de Il Post, curata da Luca Sofri, che si occupa di giornalismo. Deve il suo nome a Charlie Skinner, il direttore delle news nella rete televisiva raccontata nella serie The Newsroom di Aaron Sorkin, “ovvero uno dei modelli più istruttivi e contemporanei di giornalismo, per quanto si trattasse di una fiction”.
In questo numero vengono trattati, tra gli altri, il caso del cantante Fabio Rovazzi, che ha inscenato il furto del cellulare (“un giorno la ricorderemo come il momento che rese il giornalismo italiano consapevole della necessità di rivedere un po’ tutto”), il processo a un’infermiera inglese accusata di infanticidio e il divieto alla stampa di coprirlo per rispettare la privacy, e un’ulteriore pratica di “eco” con i giornali internazionali, secondo la quale viene enfatizzato un racconto dei fatti italiani sulla stampa estera, come se questo avesse una particolare autorevolezza, ma spesso si tratta di riprese di quello che hanno scritto i giornali italiani (in questo caso, le dichiarazioni della senatrice Liliana Segre su Mussolini e Giorgia Meloni).
Viene infine riportata la notizia secondo la quale la redazione dell’agenzia Agi, oggetto di una possibile cessione all’editore Angelucci, ha votato la sfiducia alla direttrice, come già accaduto per la Repubblica e Tuttosport: “scelta che non prevede conseguenze se non un peggioramento ulteriore nelle relazioni tra redazioni e direzioni”.
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