(Nella foto: William Lewis CEO del Washington Post)
Un importante redattore del Washington Post ha istruito i colleghi di non promuovere una storia riguardante una controversia che coinvolge il nuovo CEO del giornale, Will Lewis.
La causa in tribunale
Facciamo un passo indietro fino a Gennaio, quando un gruppo di personaggi famosi britannici, tra cui il principe Harry e Hugh Grant, ha presentato una serie di emendamenti cercando di modificare la loro causa di pirateria informatica contro News Group Newspapers (NGN) di Rupert Murdoch, coinvolgendo alcuni degli attuali ed ex alti dirigenti della società, tra cui Murdoch stesso e Will Lewis, il nuovo editore del Washington Post.
Gli avvocati del duca di Sussex, Grant e degli altri ricorrenti hanno affermato che Murdoch, insieme a Lewis e all’amministratore delegato di News UK, Rebekah Brooks, erano personalmente a conoscenza degli sforzi per coprire lo scandalo di pirateria informatica che li riguardava per anni.
Gli emendamenti presentati coinvolgono numerosi ex giornalisti, dirigenti e investigatori privati.
Il Washington Post sminuisce gli sviluppi giudiziari
Martedì, il tribunale nel Regno Unito ha preso in considerazione gli emendamenti presentati dal principe Harry, inclusa un’accusa secondo cui Lewis, allora dirigente della News Corp., era coinvolto in un piano per eliminare le email relative alle intercettazioni telefoniche dopo che lo schema era stato rivelato.
Il Washington Post ha pubblicato una storia dettagliata sulla sentenza di martedì, sottolineando il ruolo di Lewis e la sua dichiarazione che negava ogni coinvolgimento nell’illecito.
Ma nelle ore successive alla pubblicazione della storia, i redattori hanno cercato di sminuirla.
In un’email inviata ad alcuni membri dello staff la sera stessa, la responsabile delle newsletter Elana Zak ha emesso una breve direttiva: “Per favore, non inserite questa storia sul Prince Harry in nessuna delle vostre newsletter”.
La dichiarazione non lascia molti dubbi di interpretazione anche se i redattori del Washington Post hanno provato nei giorni successivi a minimizzare la situazione come un dibattito interno alla redazione che non mina la credibilità del giornale, il dubbio resta.
Il dubbio sul coinvolgimento si alimenta
Sebbene la causa legale, che dura da anni, non abbia dominato i titoli dei giornali negli Stati Uniti, la nomina di Lewis alla posizione di vertice del Washington Post e i recenti atti giudiziari hanno rinnovato l’interesse della stampa.
Il Principe Harry e altri 40 querelanti hanno affermato che Lewis ha tentato di coprire il coinvolgimento degli organi esecutivi favorendo la cancellazione delle email che potevano contenere dettagli sullo scandalo.
Lewis ha negato pubblicamente ogni illecito e lo ha fatto anche alla redazione del Washington Post, dichiarando che era stato chiamato successivamente lo scandalo per “sistemare le cose”. Ha riferito, inoltre, allo staff che non vuole discutere ulteriormente la questione.
Si prevede che il caso andrà in tribunale nel gennaio 2025, quasi un anno dopo che Harry ha concluso una causa simile contro l’editore del Daily Mirror.
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