Nel complicato panorama dei media digitali, gli editori affrontano sfide crescenti provenienti da un lato dalla diminuzione di traffico proveniente da Facebook, che si è allontanata dalle notizie; dall’altro, dagli aggiornamenti degli algoritmi di ricerca di Google, resi sempre più incerti dall’ondata di contenuti generati da intelligenza artificiale. Tuttavia, in questo momento di forte agitazione, Apple News+ ha rappresentato per molti una nuova, vitale fonte di reddito.
The Daily Beast, in particolare, ha trovato in Apple un solido partner commerciale. Inserendosi nel programma di partnership di Apple News+ alla fine dell’anno scorso, il sito ha ottenuto un accesso diretto agli abbonati paganti di Apple, posizionando i suoi articoli dietro il paywall della piattaforma. Cambio di strategia che si è rivelato fruttuoso: The Daily Beast è ora sulla buona strada per incassare tra i 3 e i 4 milioni di dollari dalle sole entrate di Apple News quest’anno, superando i guadagni del proprio programma di abbonamento e con costi aggiuntivi minimi.
Cosa è e come funziona Apple News
Apple News è una delle più grandi piattaforme di notizie al mondo. Nello specifico, è l’app di notizie più utilizzata negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Australia e nel 2020 vantava oltre 125 milioni di utenti mensili, attirando editori in cerca di nuove entrate mentre il valore commerciale del traffico web tradizionale diminuisce. Giganti editoriali come Condé Nast, Penske Media, Vox, Hearst e Time hanno confermato il valore significativo che Apple News+ ha assunto come flusso di entrate dirette. Un portavoce di Time ha rivelato che Apple News rappresenta ormai “uno dei nostri partner più importanti”, generando entrate annuali a sette cifre per il gruppo editoriale.
L’app di Apple non è solo un aggregatore di notizie: dal 2019, con l’acquisizione di Texture e il lancio di News+, Apple ha intensificato il proprio impegno nel settore dell’informazione. Con un abbonamento a 12,99 dollari al mese, Apple News+ fornisce articoli di testate prestigiose, tra cui The New Yorker e The Atlantic, che paga mensilmente in base anche al tempo che il pubblico trascorre su ogni pezzo (gli editori possono anche vendere pubblicità sui loro contenuti). Inoltre, l’inclusione di servizi aggiuntivi, come giochi e cruciverba giornalieri, suggerisce che Apple sta costruendo qualcosa che somiglia più a un’esperienza completa che a un semplice servizio di notizie.
Tanti pro, ma anche tanti contro
Nonostante i tanti benefici, la partnership con Apple nasconde diverse criticità. Realtà come il Washington Post non hanno nascosto preoccupazioni: sotto la guida di Jeff Bezos, il giornale ha rifiutato di partecipare a News+, citando la perdita di controllo diretto sui propri abbonati come motivo principale. Altri, sulla scia del Post, hanno addirittura abbandonato la piattaforma, sostenendo che tale partnership non fosse allineata con la strategia di costruire relazioni dirette con i lettori. Tra questi il New York Times, preoccupato che Apple gli stesse copiando la strategia di offrire all’utente un’esperienza completa tra giochi e altri servizi.
Altre testate hanno riconosciuto che la partnership sta iniziando a influenzare sempre più le decisioni editoriali, essendo molti dei articoli una esclusiva per Apple News+.
Risulta quindi evidente che la dipendenza da una piattaforma terza per la distribuzione di contenuti può limitare la libertà editoriale e la diretta connessione con il pubblico, sollevando interrogativi sul futuro dell’editoria indipendente e sulla sostenibilità finanziaria delle testate giornalistiche.