Con meno di 200 giorni alle cruciali elezioni di novembre in America, le principali piattaforme di social media stanno aumentando gli sforzi per contrastare la disinformazione, delineando piani per aiutare miliardi di utenti a distinguere i contenuti generati dall’intelligenza artificiale da quelli umani. La risposta sembra essere etichettare l’intelligenza artificiale in vista delle elezioni USA.
TikTok ha recentemente annunciato l’introduzione di etichette per i contenuti AI, iniziativa molto simile a quella annunciata lo scorso mese da Meta (società madre di Instagram, Threads e Facebook). YouTube, invece, ha imposto ai creator di indicare l’uso di AI nei loro video. Il tutto mentre X (ex Twitter) di Elon Musk non ha annunciato alcun piano per combattere questo tipo di disinformazione.
Etichettare l’intelligenza artificiale per tutelare le elezioni USA
Questo maggiore impegno prende vita in un contesto di crescente preoccupazione per i deepfake, che possono ingannare gli elettori e minare l’integrità del processo democratico. Un esempio recente riguarda una immagine fake di Katy Perry al Met Gala, che ha tratto in inganno molti, inclusa la madre della cantante, nonostante Perry non avesse partecipato all’evento.
OpenAI, padre di ChatGPT e del modello di generazione di immagini DALL-E, ha anche preso posizione, annunciando uno strumento che rileverà le immagini create dall’AI. Inoltre, la collaborazione con Microsoft ha portato alla creazione di un fondo da 2 milioni di dollari per combattere i deepfake durante le elezioni.
L’inefficace intervento degli organismi di controllo
Nonostante l’iniziativa del settore privato, l’assenza di efficaci azioni regolamentari statali lascia un margine significativo di preoccupazione quando le regole esistenti sulle piattaforme di social media spesso non vengono applicate con sufficiente tempestività o efficacia, permettendo la diffusione di contenuti dannosi.
La questione rimane aperta: riuscirà l’industria tech a controllare l’espansione dei deepfake in tempo per le elezioni di novembre? E più in generale, sarà sufficiente per proteggere il processo democratico in un’elezione così critica per gli Stati Uniti? Le risposte a queste domande saranno cruciali per il futuro della democrazia in un’era di sviluppi tecnologici senza precedenti.