(nella foto Gigi De Palo, Presidente della Fondazione per la Natalità, e Sabrina Prati, Direttrice Centrale Istat)
Una popolazione sempre più anziana, con meno potenziali genitori, un mercato del lavoro sempre più difficile per i giovani e un tasso di permanenza a casa con i genitori ben oltre la media europea. Di questi temi, che influiscono in maniera determinante sul calo demografico che sta colpendo l’Italia, si è parlato oggi alla conferenza stampa di presentazione della IV Edizione degli Stati Generali della Natalità, alla presenza di Gigi De Palo, Presidente della Fondazione per la Natalità, e Sabrina Prati, Direttrice Centrale Istat, che hanno presentato il rapporto “Esserci più giovani più futuro. Dai numeri alla realtà”, la prima pubblicazione realizzata in collaborazione con Istat.
L’indagine evidenzia dati allarmanti sull’andamento della popolazione italiana: se nel 1951 ogni 100 giovani c’erano 31 anziani, al 1° gennaio 2024 ogni 100 giovani gli anziani sono diventati 200. Secondo le proiezioni Istat, andando avanti con questa tendenza, nel 2050, ogni 100 giovani gli anziani saranno più di 300 e le nascite, che nel 2023 sono state 379mila, calerebbero fino a 350mila nuovi nati nel 2050.
Altro dato preoccupante riguarda i potenziali genitori nel nostro Paese. Solo 11,5 milioni di donne e uomini tra i 15 e i 49 anni rientrano in età fertile, con un crollo a partire dal 2011, anno in cui se ne registravano quasi 14 milioni. In Italia, inoltre, tra i 18 e i 34 anni, più di due giovani su tre vivono ancora con i genitori. Nel resto d’Europa sono uno su due.
Dal report emerge anche il rinvio della genitorialità, che si traduce molto spesso in rinuncia: in 8 casi su 10 ci sono delle difficoltà che non consentono alle coppie di realizzare il proprio desiderio di famiglia.
“Il problema della natalità in Italia non è né una questione economica né culturale, ma di libertà: non sono libere le coppie che vorrebbero avere un figlio o farne un altro in Italia la nascita di un figlio è il secondo fattore di incidenza nella povertà; non sono libere le donne costrette ancora a scegliere tra maternità e carriera; non sono liberi i giovani, con il loro tasso di occupazione saldamente all’ultimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea, precari nel lavoro e nella vita. L’analisi è chiara. Ora serve la sintesi della politica. Abbiamo bisogno di un obiettivo condiviso anche perché non servono i bonus, ma riforme strutturali come il Quoziente familiare. Altrimenti perderemo la partita senza nemmeno aver provato a giocarla”, ha sottolineato Gigi De Palo, Fondatore e Presidente della Fondazione per la Natalità e organizzatore degli Stati Generali.
Gli Stati Generali della Natalità, in programma il 9 e il 10 maggio a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione, sono giunti alla quarta edizione e rappresentano il più importante appuntamento dedicato ai temi della natalità e del welfare familiare.